Primo 25 Aprile senza fischi per il presidente della Regione Giovanni Toti e il sindaco di Genova, Marco Bucci.
Le celebrazioni dell’anniversario della Liberazione negli anni scorsi, in piazza Matteotti, a Genova, per quanto riguarda il presidente della Regione avevano seguito un copione rigido: Toti prende la parola, c’è chi lo applaude ma un (piccolo) gruppo di persone lo contesta con grida e fischi, il presidente della Regione ricorda che grazie a ciò che il 25 Aprile rappresenta in Italia ciascuno può esprimere liberamente la propria opinione e va avanti con il suo discorso: «Il bello del 25 Aprile e di quello che è venuto dopo – aveva detto nel 2018 – è che io posso parlare e voi potete fischiarmi e non succede nulla».
Eletto nel giugno 2017, Bucci disponeva di un copione meno sperimentato, aveva ricevuto, con gli applausi, fischi e insulti soltanto l’anno scorso. «Impareranno anche loro col tempo che la civiltà chiede rispetto» aveva commentato con i giornalisti dopo la cerimonia, riferendosi ai suoi contestatori.
La previsione del sindaco si è avverata già quest’anno. Forse per la presenza, in Italia, di bersagli più visibili (uno striscione in piazza portava la scritta “antifascismo è porti aperti e covi fascisti chiusi”), forse perché il disastro dell’estate scorsa induce più a unirsi che a dividersi, forse per altri motivi, fatto sta che questa mattina, davanti a un pubblico più numeroso che in passato – sulle seimila persone – i due esponenti del centrodestra hanno ricevuto soltanto applausi. E Toti ha ricordato lo spirito della Resistenza con un riferimento all’attualità (lo striscione “Onore a Mussolini” esposto ieri a poca distanza da piazzale Loreto a Milano), parlando di «uno spirito che deve vederci tutti uniti, senza gli assurdi e osceni revisionismi che ho visto in scena ieri a Milano e di cui stamani si è parlato sui giornali e senza quelle strumentalizzazioni da parte di pochi che troppo spesso hanno diviso i tanti».
«È stato un bel 25 Aprile – ha poi commentato il governatore davanti a telecamere e registratori – che ha dimostrato la capacità di mobilitazione dell’Italia migliore, senza provocazioni, senza revisionismi, senza strumentalizzazioni e senza inutili gesti divisivi». E il sindaco ha visto nella manifestazione «una città coesa, capace di proiettarsi nel futuro, una grande città che vuole fare cose grandi».