I sogni nel cassetto sono Trieste, Ginevra, Barcellona, Bruxelles e Amburgo. Paolo Odone, presidente dell’Aeroporto di Genova, non nasconde quali siano le tratte desiderate soprattutto dalle aziende al Cristoforo Colombo, ma le difficoltà sono notevoli.
«Il problema della città è di massa critica – spiega – noi avremmo un bisogno enorme di Trieste, ma la città non genera più di 50 posti a volo, non diventa remunerativo per le compagnie aeree, stiamo comunque studiando per dare servizio maggiore».
Volotea, che ha appena festeggiato i due anni a Genova, dimostra che, con un progetto strutturato, è possibile crescere: «Con loro – sottolinea Odone – possiamo lavorare ancora di più, sono contenti, c’è richiesta, noi dobbiamo solo dare maggiori servizi alla persona».
Sulla tratta Genova-Roma gestita da Alitalia invece ci sono ancora problemi: l’idea del carnet ha avuto un discreto successo tra le aziende, ma è la compagnia aerea a non rispettare gli accordi: «Spesso non ci sono posti a disposizione per chi ha acquistato questo tipo di biglietti scontati – fa notare Odone – andremo a Roma per cercare di ottenere quello che è scritto su carta».
Cosa riserverà il futuro per il Cristoforo Colombo? «Ci stiamo muovendo a ventaglio – assicura Paolo Sirigu, direttore sviluppo commerciale e comunicazione – le difficoltà maggiori sono sull’asse Ovest-Est italiano, per esempio su Trieste, come ha detto il presidente, poi la questione Brexit sta condizionando Ryanair e EasyJet, mentre lo sviluppo maggiore sembra verso l’Est europeo, al di là delle tratte già esistenti, come Mosca e Kiev».
Il mercato dell’Est Europa è in ascesa: «Chi arriva dall’Est europeo ha una maggiore capacità di spesa, ma il problema è uno – svela Sirigu – l’attrattività c’è, ma non la proporzionalità tra i turisti che arrivano e il numero di letti disponibili». In sostanza la Liguria è praticamente già sold out a luglio e agosto, ossia i mesi in cui le compagnie aeree contano di guadagnare di più.
Le valutazioni analitiche delle compagnie sulla redditività della rotta sono: il coefficiente di riempimento, il prezzo medio che i passeggeri sono disposti a spendere e quello che troveranno a destinazione ossia la potenzialità d’acquisto.
«Oggi il maggiore fattore di attrazione è quello crocieristico – specifica Sirigu – i punti di riferimento sono le Cinque Terre, ma come “toccata e fuga”, tirano tanto anche le attività sportive come il biking, il trekking, l’outdoor in generale, mentre sul patrimonio culturale i passeggeri tendono a considerare che altrove possono trovare comunque mete interessanti. Quello che manca in Liguria come fattore di incoming è tutta la parte “Salute & benessere”, con il mare a disposizione ci sarebbero tante opzioni».