La Cina per l’Europa e per l’Italia rappresenta un partner commerciale irrinunciabile, la Via della Seta è un’opportunità di crescita intercontinentale. Bisogna garantire uno sviluppo bilanciato e reciproco tra continenti ed economie e porre attenzione al tema della sicurezza e degli investimenti strategici in campo tecnologico, trattando il tema senza paure e senza indulgere in annunci trionfali. Così il presidente di Spediporto, Alessandro Pitto, nella relazione presentata questa mattina all’assemblea generale dei soci al Palazzo della Borsa di Genova, ha messo a fuoco il tema del progetto detto La Via della Seta.
«La Via della Seta o Bri – ha detto Pitto – afferma l’assoluta centralità del Mediterraneo e diventa una concreta possibilità per l’Italia, collocata, per sua fortuna, in una posizione strategica, non solo di diventare un partner di riferimento per la distribuzione di merci asiatiche ma anche di raccogliere i manufatti europei destinati a essere esportati nel mondo. In tale prospettiva assume particolare interesse il corridoio aurasiatico (New eurasian land bridge), uno dei quattro corridoi terrestri che collegano Asia ed Europa, che potrebbe favorire il pieno coinvolgimento commerciale dei porti di Venezia, Trieste e Genova».
La potenzialità del corridoio eurasiatico, secondo Pitto, va vista nella «prospettiva di internazionalizzazione in chiave ferroviaria, anche in ragione di un transit time molto interessante (15-20 giorni contro i 30-40 della nave) che consentirebbe anche all’Italia di ospitare unio degli snodi ferroviari strategici della Bri».