È una rivoluzione, quella avviata dalla giunta comunale genovese, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali Francesca Fassio, nel sistema del trasporto dei disabili: fino a oggi il servizio è stato gestito attraverso gare che individuavano un unico concessionario, il quale riceveva, quindi, l’intera somma stanziata dall’ente per la soddisfazione di questo bisogno. Con il nuovo sistema, che partirà a breve, ogni cittadino fruitore del servizio potrà scegliere liberamente all’interno della lista dei soggetti accreditati, pubblicata nell’Albo del Comune di Genova. L’ente accrediterà i potenziali fornitori e li pagherà in base ai servizi che avranno erogato. L’accreditamento è aperto a tutti i soggetti che ne facciano richiesta e siano in possesso dei necessari requisiti.
La delibera relativa è stata approvata dalla giunta il 13 febbraio scorso. L’assessorato delle Politiche sociali sta preparando il bando per le richieste di accredito. Nelle linee guida approvate si fa riferimento a requisiti soggettivi quali l’idoneità e l’esperienza, la solidità e capacità organizzativo-gestionale. I soggetti accreditati dovranno garantire standard di qualità espressamente stabiliti dall’amministrazione comunale a tutela dell’utenza. Negli standard di qualità sono centrali la dotazione di attrezzature e mezzi adeguati, la formazione e lo sviluppo del personale adibito al trasporto, un sistema informatico in grado di colloquiare con gli uffici comunali, oltre a un sistema di monitoraggio, controllo e verifica dei risultati. Importante anche la gestione dei reclami e la dotazione di un sistema di rilevazione della qualità percepita.
Una rivoluzione, dunque, che secondo alcuni porterà a migliorare il servizio, secondo altri a peggiorarlo. Il 7 marzo scorso Liguria Business Journal ha pubblicato un articolo, firmato da Elisa Serafini, in cui si esprime un giudizio positivo sul nuovo sistema. Lunedì sera abbiamo ricevuto sulla questione una lettera da parte di un cittadino impegnato nel sociale, Roberto Bottaro, con allegato un comunicato sottoscritto dalla Segreteria Consulta comunale, metropolitana e regionale per la tutela dei diritti delle persone disabili, dall’Alleanza delle Cooperative e dalle confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil. I due documenti contengono forti critiche nei confronti dell nuovo sistema. Li pubblichiamo, insieme a un ‘intervista all’assessore Fassio.
Lettera di Roberto Bottaro
Gent.le Elisa Serafini
Mi chiamo Roberto Bottaro sono uno dei segretari della Consulta regionale per la tutela dei diritti delle persone disabili e sono indicato in questo ruolo dai rappresentanti le associazioni della Consulta comunale e metropolitana. Invio questa riflessione dopo aver letto il Suo articolo su Bj Liguria, come un semplice genitore, cittadino non avendola formalmente condivisa con l’Organismo che rappresento.
Personalmente credo di avere la giusta umiltà e consapevolezza per ritenere personalità come Milton Friedman ed anche Alberto Mingardi ed il Suo Istituto Bruno Leoni come delle eccellenze di pensiero rispetto ai temi del liberalismo classico e del libertarismo in economia.
Sarei un emerito cretino se soltanto volessi provare, non dico confutare, ma soltanto accennare a temi che sono stati e per altri esponenti di questo mondo sono ambito di ricerca quotidiana.
Sono invece ben convinto di aver maturato quasi 50 anni di esperienza rispetto alla disabilità e quanto ruota intorno ad essa per averla vissuta sulla mia pelle e quella della mia famiglia e per aver dedicato impegno e molto tempo della mia Vita nell’affrontare questi temi anche favore di molte famiglie analogamente coinvolte.
Posso quindi affermare di essere stato da sempre immerso nel sociale, seppure sempre e soltanto da genitore volontario con intenti collaborativi e credo sia persino banale la mia assoluta condivisione con chi afferma che a volte “Le intenzioni che ispirano molte politiche sociali sono ottime, ma i risultati spesso deludenti. Puntare sulla libertà di scelta delle famiglie significa riconoscere che di solito il pluralismo dell’offerta aiuta a migliorare la qualità dei Servizi…” Concordo altresì che “Persone disabili e loro famiglie comprendono i loro bisogni meglio di qualsiasi decisore politico.”
Quindi assoluta sintonia e grande rispetto per economisti di questa portata, pur nella specificità dei loro pensieri.
È vero anche quanto afferma la giornalista Elisa Serafini nel suo articolo del 7/3 u.s. che questa delibera dell’accreditamento proposta dall’assessore Francesca Fassio rappresenta una rivoluzione , anche nel senso semantico: se applicata riuscirebbe a produrre un “rovesciamento” un azzeramento di un Servizio di trasporto di persone disabili, consolidato e mi risulta apprezzato da chi lo riceve.
Al fine di rendere evidente questo dato relativo a come viene oggi percepito questo servizio, il grado di soddisfazione, mi impegnerò affinchè la Consulta comunale, metropolitana e regionale (di cui anch’io faccio parte) promuova ed attui una capillare, precisa e dettagliata indagine facendo esprimere le 640 persone /famiglie che oggi godono di questo servizio, così suddiviso.
320 persone con trasporto lavorativo e riabilitativo
165 scuole elementari e medie inferiori,
145 scuole superiori, formazione professionale, università,
30 circa sono le persone in lista d’attesa.
In ragione di questo appare un po’ surreale e persino sconvolgente constatare che all’orizzonte sia apparso un assessore, a cui molti di noi plaudivano per ragioni di esperienza vissuta, convinti che Ella è certamente deputata dal Sindaco Marco Bucci a governare le Politiche Sociali, creda però di poter esercitare questo ruolo con metodi ben lontani dal voler ascoltare, condividere, progettare insieme.
Invece di provare a costruire alleanze continui nella convinzione di rappresentare Lei stessa la disabilità e a volte anche con arroganza decidere unilateralmente, che intendiamoci potrà anche essere un metodo legittimo ma anche pericoloso e comunque alimentatore di proteste e tensione sociale.
Oggi il Servizio di trasporto per persone disabili non è elargito in regime di monopolio, è fornito da diverse imprese sociali, da radiotaxi che con maturata esperienza e con miglioramenti seguiti nel tempo, maturati anche sulla pelle delle stesse persone disabili, lasciano comunque alla persona la scelta finale.
Non sarà certamente – a parità di spesa – una frantumazione in tanti piccoli affidatari “padroncini”, o l’inserimento di voucher, a rendere più stabile e di maggior qualità il servizio erogato da persone che nell’esercizio di una nuova attività non potranno certamente vantare la conoscenza pregressa che resta un parametro non secondario nella relazione trasportatore/persona disabile.
Grazie per l’attenzione, un cordiale saluto.
Genova 9 Marzo 2019
Roberto Bottaro
Intervista con l’assessore Francesca Fassio
La lettera e il comunicato esprimono critiche e preoccupazioni, che cosa risponde? «In tutta sincerità non vedo il problema. Il servizio resta invariato, semplicemente le famiglie avranno una possibilità di scelta che ora non hanno. Potranno scegliere di servirsi di uno dei fornitori tra quelli che accrediteremo. Noi pagheremo la fattura. Oggi è un solo soggetto, una associazione di imprese composta da tre coop sociali e Radiotaxi, a fornire il servizio, domani si potrà scegliere».
Il servizio come è stato svolto finora non è soddisfacente? «È un ottimo servizio ma può e deve essere migliorato. Anche perché costa tantissimo, quattro milioni e mezzo di euro l’anno. Offre a poco più di 470 famiglie un servizio trasporto disabili per un massimo di due corse al giorno. Ci sono alcuni che ne sono contenti e altri che non lo sono. Cose che possono essere migliorate in effetti non mancano. Per esempio, noi paghiamo per un trasporto personalizzato, su tragitto reale individuale, ma accade che qualche bambino resti in viaggio per più di un’ora perché l’automobile deve raccogliere altri bambini, allungando il percorso. Qualcuno ha rinunciato al servizio perché non era contento».
«Vedo – prosegue l’assessore – che la Consulta ha distribuito agli utenti un questionario per accertare il gradimento del servizio. Il questionario sarebbe stata una buona idea ma, a parte il fatto che presenta solo l’alternativa tra “buono” e “scadente”, richiede una firma. Per essere sicuri dell’autonomia del giudizio bisognerebbe invece garantire l’anonimato, specialmente se il soggetto che fa la consultazione è lo stesso che eroga il servizio. E poi questo questionario ha seminato dubbi e paure tra le famiglie. Noi abbiamo ricevuto telefonate da parte di chi teme che il servizio non venga più fornito. Per domani, venerdì, alle 12, ho indetto un incontro pubblico a Palazzo Ducale per fugare ogni dubbio, ma qui colgo l’occasione per ribadirlo: il servizio continua come prima, quello che cambia è che si potrà scegliere il fornitore».
Perché oggi non si può scegliere? «L’associazione di coop e Radiotaxi eroga questo servizio da una trentina d’anni. Tecnicamente non si tratta di un monopolio, a suo tempo le coop avevano vinto una gara, ma in pratica gli utenti non possono scegliere. Abbiamo tentato di fare una nuova gara ma gli stessi soggetti che oggi vogliono un gara al posto del sistema degli accrediti non si sono presentati. Si è presentato un soggetto da fuori Genova e gli attuali erogatori del servizio hanno impugnato la gara. Nel frattempo abbiamo deciso di passare al nuovo sistema, che è stato adottato da molti altri Comuni con ottimi risultati, anziché indire un’altra gara. Ci sembra giusto offrire alle famiglie la possibilità di scegliere. Ma anche dal punto di vista di chi il servizio attualmente lo offre, che problema c’è? Io mi aspetto che anche queste coop e Radiotaxi richiedano l’accredito. E se sono i più bravi saranno scelti e continueranno nella loro attività».
La delibera non deve passare in consiglio comunale e dovrebbe essere applicata a breve. «Il bando per gli accrediti uscirà tra pochi giorni, lo stiamo mettendo a punto. E intanto abbiamo costituito, al sesto piano del Matitone, un Polo Disabili che sta iniziando a operare per aiutare e guidare le famiglie dei disabili nei percorsi burocratici, nei rapporti con enti e organizzazioni. In momenti come la nascita, l’ingresso nella scuola, il compimento dei 18 anni, che richiedono visite mediche e pratiche specifiche e in generale per tutta la vita del disabile. Le famiglie non dovranno mai essere lasciate sole».