Solitamente la prosecuzione dello stato di emergenza veniva inserito nella legge di Stabilità. Un rinnovo della struttura commissariale (attualmente il commissario è il prefetto di Genova Fiamma Spena) che avveniva di anno in anno senza particolari problemi. Questa volta, invece, la legge di Stabilità ha avuto i problemi che sono ormai noti e dal 15 febbraio il sito di interesse nazionale dove sorgeva l’ex Stoppani, rischia di diventare completamente fuori legge.
Per questo la Regione Liguria, con la Città Metropolitana di Genova e l’appoggio dei due sindaci di Arenzano e Cogoleto, ha inviato una lettera di diffida e messa in mora al ministero dell’Ambiente.
L’annuncio è stato dato dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, con l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone e i due sindaci: Luigi Gambino (Arenzano) e Mauro Cavelli (Cogoleto).
«È necessaria una norma primaria per il prolungamento dello stato di emergenza e della struttura commissariale – spiega Toti – quindi o una legge o un decreto del governo successivamente convertito».
All’interno del sito è presente un sistema di “emungimento” (questo il termine tecnico), che consente di estrarre e trattare dalla falda, le acque ricche di cromo esavalente, sostanza altamente cancerogena, eredità della fabbrica chimica. Inoltre ci sono altri due problemi: il percolato della discarica Molinette e il sito autorizzato per lo stoccaggio dei rifiuti speciali provenienti proprio dalla bonifica.
«Nel malaugurato caso di interruzione del trattamento delle acque – sottolinea Giampedrone, parliamo di 17 kg di cromo sversato in acque superficiali e in mare. Intanto dobbiamo dire grazie al prefetto che stamattina ha convocato una riunione e fatto il punto. Ho anche comunicato al capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli la nostra intenzione e anche lui ha convenuto che l’atto di diffida sia dovuto».
L’attività commissariale, ribadisce Giampedrone, è stata efficace: «Siamo usciti dalla procedura di infrazione, manca solo il 10% delle opere. Se cambia il regime normativo del sito, non so come andrà a finire. I rifiuti all’interno intanto dovrebbero essere smaltiti in 180 giorni perché diventerebbe stoccaggio illecito».
Gli amministratori inoltre, fanno sapere che i soldi ci sarebbero anche: 14,8 milioni non ancora utilizzati.
«C’è preoccupazione – confida Gambino – manca davvero poco per arrivare alla fine. Qui mi sembra di capire che a livello centrale ci sia poca conoscenza del problema Stoppani. Lo sversamento in mare delle sostanze inquinanti sarebbe una pietra tombale per la nostra stagione balneare».
«I disastri ambientali si recuperano se la politica è coesa – dichiara Cavelli – vedo molta incompetenza a livello centrale. Qui non è così. È importante avere l’appoggio della Regione. Speriamo che il ministro capisca e legga questa lettera in chiave propositiva, intervenendo rapidamente. Sembra una battuta, ma se la taf, il trattamento delle acque di falda, si fermasse, il mare diventerebbe giallo verde».