92 imprese all’attivo nel saldo 2018 dell’imprenditoria ligure fornito da Unioncamere (dati Infocamere-Movimprese). Le iscrizioni di nuove attività economiche, pur se in contrazione del 2,9%, superano le chiusure di imprese esistenti, anch’esse in flessione del 2,1%. Le Camere di Commercio liguri hanno ricevuto 8.866 domande di iscrizione d’impresa (268 in meno rispetto al 2017) a fronte di 8.774 richieste di cancellazione (191 in meno). Queste due dinamiche hanno prodotto un tasso di natalità e mortalità pari al 5,4% e un tasso di crescita dello 0,3% (era 0,2% nel 2017), in linea con quello nazionale (0,5%).
Numeri insomma positivi, almeno a colpo d’occhio, ma c’è poco da stare sereni guardando il dettaglio dei settori. Da dove vengono quelle novantadue imprese in più sul bilancio della Liguria? Guardando nel dettaglio, i dati ci dicono che ci sono 3.175 nuove imprese “non classificate” in base alle divisioni di attività Infocamere, a fronte di 396 chiusure. Tutti gli altri comparti (manifatturiero, commercio, costruzioni in primis) sono in forte calo.
A partire dal commercio, che registra un bilancio pesantissimo, con ben 1000 imprese perse nel giro di un anno: 1.407 aperture contro 2.473 chiusure. Male il manifatturiero: 285 aperture e ben 536 chiusure d’impresa sulle 9.932 imprese attive (-2,5%). Perde imprese anche il settore delle costruzioni: sono oltre 1.700 le chiusure di attività, contro le 1.412 aperture. Soffre l‘agricoltura, che chiude il 2018 con un saldo negativo di quasi 200 unità (450 iscrizioni, 589 chiusure di impresa). Nel settore dei trasporti hanno aperto 55 imprese a fronte di 202 chiusure. Bilancio negativo anche nel settore della ristorazione (900 chiusure e 484 aperture), mentre resiste l’alloggio (92 aperture e 80 chiusure). Le attività immobiliari chiuse nel corso dell’anno sono 321, a fronte di 150 aperture. Sono circa 3000 le imprese liguri perse in questi settori.
Secondo i dati Unioncamere, lo stock delle imprese è leggermente aumentato (+135 unità), attestandosi a fine dicembre a 163.084 unità, mentre le imprese attive risultano in calo di 136 unità scendendo a 136.553.
Guardando, nel complesso, i dati provinciali, Savona registra 1.701 aperture e 1.900 chiusure, con un saldo negativo pari a 199 unità e un tasso di crescita del -0,19%. Genova, con 4.376 iscrizioni e 4.406 cessazioni, chiude il 2018 con una perdita di 30 imprese. Crescono La Spezia e Imperia, rispettivamente con 212 e 109 imprese in più: nello spezzino le nuove iscrizioni sono 1.332, a fronte di 1.120 cessazioni, mentre l’imperiese registra 1.457 aperture e 1.348 chiusure.
Infocamere: artigianato ligure in difficoltà nel 2018, cresce solo Imperia
Dal punto di vista delle forme organizzative delle imprese, i dati evidenziano il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale ligure: crescono le società di capitale (+3,9%, con un saldo pari a +1.051 imprese) mentre le imprese individuali, che rappresentano oltre il 60% delle imprese attive esistenti, registrano una contrazione dello 0,6% e una perdita di 526 unità.
Ancora negativo il bilancio delle imprese artigiane, con una perdita di 430 imprese e un ulteriore peggioramento rispetto al 2017, quando le chiuse con una perdita di 370 unità.