Dieci mosse per farcela, per costruire il proprio futuro: illustrando, con abbondanza di metafore e paradossi, una sorta di decalogo rivolto tanto ai singoli imprenditori quanto alle comunità, Oscar Farinetti, insieme a Eugenio Puddu, partner Deloitte, ha concluso “Genova & Friends. Idee per il rilancio”, organizzato questa mattina al Palazzo della Borsa di Genova da Deloitte, incontro denso di testimonianze e di dati sul territorio ligure e sulle sue potenzialità di sviluppo.
Saper gestire l’imperfezione è la prima regola del successo, secondo il fondatore di Eataly: la ricerca della perfezione è spesso una scusa per non fare e per non dare fiducia agli altri. Del resto la Torre di Pisa è interessante perché sta in piedi pur essendo pendente, se fosse diritta sarebbe una torre come tante altre. Gestire l’imperfezione, però, non vuol dire auto-indulgenza ma anche trovare i propri punti deboli, migliorarsi, avviare un continuo processo di crescita.
E poi: individuare le priorità e semplificare. Si fa la doccia e poi ci si veste. Guai a vestirsi e poi fare la doccia! Sarebbe un errore nella scelta delle priorità che porterebbe non poche complicazioni.
Pensare locale e agire globale. La regola aurea dice l’opposto, applicare a una realtà locale ampiezza di orizzonte e ricchezza di strumenti cognitivi di livello globale, però chi ha la fortuna di essere nato in Italia in primo luogo deve studiare e capire il proprio Paese e poi saperlo raccontare al mondo.
E, quindi, bisogna saper narrare. C’è in Italia un deficit di narrazione che non ci permette di valorizzare in maniera adeguata le peculiarità della nostra azienda o del nostro Paese.
Fondare il rispetto dell’ambiente e delle regole di convivenza non tanto sul senso del dovere ma su quello del piacere: fare la raccolta differenziata, usare l’auto elettrica o pagare le tasse deve essere cool.
Never, never, never give up: non mollare mai. Quando si è convinti delle proprie idee e del proprio progetto mai arrendersi, si sbaglia e si riprova, accanto a una porta chiusa possiamo trovarne una aperta.
Restare giovani, il che vuol dire anche non considerare il proprio passato e la propria esperienza come termini di paragone ideali. Meglio limitare il più possibile la parola “io” e abolire del tutto l’espressione “ai miei tempi”.
Saper copiare, che non significa rubare ma riconoscere quanto di meglio sanno fare gli altri, sapersi adattare per recepirlo, essere disposti ai compromessi.
E questo comporta anche il sapere cambiare. Guai all’abitudinario, a chi vuole “il solito” in realtà come quelle italiane, così ricche e varie! E in azienda occorre capire quando è venuto il momento di cambiare: l’innovazione è un processo continuo ma ci sono momenti in cui la discontinuità e l’adozione di un nuovo modello, interpretativo e operativo, diventano essenziali, pena la decadenza.
E poi fiducia, in sé e negli altri, patriottismo (che non significa nazionalismo o sovranismo) e coraggio: e cioè credere in ciò che si fa, senza dimenticare da dove si viene, e con il coraggio e la determinazione di chi vuole riuscire.
“Idee per il rilancio”, edizione dedicata ad accomunare aspirazioni, spunti e suggerimenti focalizzati sul territorio e presentata questa mattina, è la terza pubblicazione della serie “Why Liguria – Il bello e il buono”. Si avvale anche della collaborazione di Deloitte Private, con cui Deloitte sviluppa servizi di consulenza a supporto delle imprese familiari, piccole e medie, quotate e non quotate.
Nel 2018 il tessuto economico ligure ha dato prova di ulteriore compattezza e determinazione sapendo reagire con prontezza, efficacia ad avversità esogene come la tragedia del 14 agosto e le mareggiate. Del resto gli shock esogeni possono rappresentare importanti acceleratori di innovazione.
Dalla Fondazione Deloitte un aiuto per la nuova Scuola della Pace di Begato
Dalle ricerche condotte dal gruppo di lavoro di Why Liguria emerge uno spirito imprenditoriale ligure forgiato con valori ispirati alla qualità, all’affidabilità, all’arte di saper fare. Ricerca di nuovi mercati, priorità di uno sviluppo sostenibile, attuazione del passaggio generazionale risultano al centro delle attenzioni degli imprenditori del territorio.
A marzo 2018 il team Deloitte dedicato al progetto Why Liguria ha realizzato il primo Osservatorio Deloitte, volto a studiare il tessuto economico ligure attraverso l’analisi dell’andamento di 3.900 aziende nel periodo 2012-2016.
Dallo studio risulta che le aziende che nel quinquennio osservato sono andate bene e benissimo avevano puntato la loro strategia su: realizzazione di progetti di innovazione di processo e prodotto (91%), valorizzazione del Made in Italy con attestazione di qualità e certificazione di processo (84%), sviluppo sistematico e attività di formazione del personale (68%). E le più abili sono quelle che hanno saputo seguire tutte e tre le direttrici strategiche.