«È dalla sua entrata in vigore che denunciamo un sistema che non ha mai funzionato, ma che è costato già sin troppo alle imprese. E per fortuna, grazie alle nostre battaglie, abbiamo di volta in volta ottenuto delle semplificazioni e moratorie, dallo slittamento delle sanzioni fino all’esclusione dall’obbligo per tutte le imprese che producono rifiuti fino a dieci dipendenti. Ora la partita è stata definitivamente chiusa in modo positivo». È il commento di Luca Costi, segretario regionale di Confartigianato Liguria, all’abolizione del Sistri prevista nel dl Semplificazione, attualmente in fase di conversione in Senato.
Il Sistri è un sistema di tracciabilità dei rifiuti introdotto nel 2009, il cui cammino è stato contraddistinto sin dall’inizio da pesanti criticità e la cui operatività non è di fatto mai entrata in vigore, poiché reiteratamente rinviata da una lunga serie di proroghe, sino alla sua definitiva abolizione prevista all’articolo 23 del dl Semplificazione.
Fino alla definizione di un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti da parte del ministero dell’Ambiente, continuano a trovare applicazione gli adempimenti relativi alla gestione dei rifiuti antecedenti alla disciplina Sistri: presentazione del modello unico di dichiarazione ambientale (c.d. Mud), tenuta del registro di carico scarico, utilizzo dei formulari di trasporto anche in formato digitale. Sono anche applicabili le disposizioni in materia di violazione degli obblighi di comunicazione-tenuta dei registri obbligatori e dei formulari.
«Continuiamo a considerare il controllo della produzione e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi un obiettivo condivisibile per tutelare l’ambiente e combattere il traffico illegale delle ecomafie – conclude Costi – ma ora ci aspettiamo finalmente un sistema che non comporti nuovi oneri per le imprese».