Pensare al rilancio della banca e alla ripresa dell’attività commerciale, investendo sul capitale umano. Riccardo Colombani, portavoce della segreteria nazionale di First Cisl, commenta la situazione di Banca Carige al termine dell’incontro di oggi fra il sindacato e i vertici di Carige dopo il provvedimento d’urgenza del consiglio del ministri di ieri.
«Con il provvedimento del governo – dice Colombani – che sgombra il campo dai dubbi di solvibilità, è stata scongiurata la corsa agli sportelli. Negli ultimi cinque anni la contrazione dei depositi e dei finanziamenti è stata spaventosa e non si può pensare a un recupero se il numero di dipendenti per filiale resta più basso di quello dei competitor; è proprio lì, sugli sportelli al servizio del territorio, che si deve investire per far uscire la banca dalle secche».
Secondo Colombani, riguardo all’obiettivo di riduzione dei crediti deteriorati, «qualunque decisione deve contemperare le esigenze di risanamento e di rilancio commerciale della banca con la stabilità dei territori: l’ipotetica cessione delle cosiddette inadempienze probabili, gli utp, dovrà dunque avvenire al valore contabile netto o a valori superiori per non determinare perdite alla banca e, al contempo, non provocare situazioni di dissesto delle imprese locali per effetto di possibili modalità spregiudicate di escussioni delle garanzie».
Uil Liguria e il coordinamento nazionale Uilca Carige giudicano abbastanza positivo e costruttivo il vertice di oggi: «Abbiamo appreso con soddisfazione la notizia del decreto che tutela i risparmi dei cittadini, che il governo ha predisposto per Carige con il varo di garanzie statali, ovvero con la possibilità di emettere nuovi prestiti obbligazionari. In extrema ratio, il governo potrà aprire alla possibilità di nazionalizzare l’istituto di credito – afferma Mario Ghini, segretario generale Uil Liguria – questa azione rassicura la clientela, i lavoratori del settore e tranquillizza la Bce».
Secondo la Uil i commissari straordinari «hanno un’idea di banca snella sulla quale lavorare, inoltre stanno già pensando a un’aggregazione. Tuttavia è necessario dire basta a piani industriali che hanno poco a che vedere con un serio progetto di rilancio della banca. Siamo disponibili a continuare una trattativa a patto che gli argomenti su cui trattare siano seri. Chiediamo con forza l’accertamento delle responsabilità pregresse. Il sindacato ha fatto il possibile per salvare lavoro e occupazione: abbiamo aderito a tutti i piani industriali, a tutte le indicazioni disposte, dagli amministratori delegati, a Montani, a Bastianini, a Fiorentino e, ora, a Innocenzi. È stato ridotto il costo del lavoro, il numero dei dipendenti, il numero delle filiali, esternalizzate lavorazioni. Non arretreremo sul piano dei diritti, dell’occupazione e del rilancio. Auspichiamo nuova vita per la banca e per il tessuto territoriale che, in qualche modo, rappresenta sia in Liguria che su altre piazze».