«È stato un anno molto difficile, carico di dolore ma anche anno di svolta, le istituzioni locali, le parti sociali, tutti hanno reagito come forse si è visto solo in Friuli, città e regione non si sono piegate di fronte alla tragedia ma l’hanno trasformata in opportunità». È il bilancio del 2018 che il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha presentato questa mattina ai giornalisti in occasione del brindisi di fine anno.
«Credo – ha aggiunto Toti – che entro l’anno riusciremo a ridare a Genova la normalità. Il ponte è stato appaltato, l’altro commissario, Marco Bucci, ha fatto uno straordinario lavoro. Prima di chiudere stasera per due giorni, per poi tornare a lavorare il 27, abbiamo firmato tutti i decreti attuativi della zona rossa, della zona franca urbana, della cassa integrazione in deroga, dei ristori dei danni economici delle partite Iva, in questi quattro mesi abbiamo lavorato indefessamente, abbiamo aperto la nuova strada in porto, liberato la ferrovia merci, riaperto tutti i grandi corsi che collegano la Valpolcevera alla città».
Tutti i numeri – precisa il governatore – ci dicono che il nostro sistema ha retto e ha cercato di cogliere un’opportunità nella tragedia. Cresce l’occupazione, mai quanto vorremmo ma è tornata a crescere, e questo è un dato assolutamente positivo, i nostri numeri ci danno segnali di ripresa anche per il 2019, i nostri porti hanno retto non solo al crollo del Morandi ma anche alla terribile mareggiata, abbiamo dimostrato di essere un sistema solido, tenace e che guarda al futuro».
Tra i motivi di soddisfazione il presidente della Regione indica in primo luogo «la reazione che tutti insieme abbiamo saputo mettere in campo dopo il crollo del Morandi, non era facile né emotivamente né politicamente. Tutto il sistema ha tenuto senza polemiche, senza il consueto mugugno ma con grande determinazione e tenacia». I rimpianti riguardano «qualche posto di lavoro in meno di quanto avremmo voluto, qualche azienda in difficoltà in più di quanto avremmo voluto. Ci sono eccellenze che possono essere valorizzate e, talvolta, scelte politiche incomprensibili, mi auguro che Piaggio, Bombardier, possano ripartire».