Crollo record con un preoccupante -22,9% nella compravendita di negozi e laboratori a Genova nel terzo trimestre 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017, secondo quanto segnala Confedilizia sulla base di dati dell’Agenzia delle entrate.
Confedilizia, precisa che nelle otto principali città per dimensione demografica le compravendite di uffici e studi privati sono diminuite in media del 27,9%, con picchi del 59,8% a Firenze, del 52% a Roma, del 39,6% a Bologna e del 37,2% a Napoli. Per quanto riguarda negozi e laboratori, si evidenzia il caso di Genova con -22,9%, più elevato del -15,5% a Milano e del -3,5% a Torino.
«Sono numeri sconcertanti – commenta il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – che dimostrano quanto urgente sia intervenire attraverso riduzioni fiscali in questo comparto così importante dell’immobiliare. La prima occasione utile è data dal prossimo esame in Senato del disegno di legge di bilancio, dove il Governo ha previsto un avvio troppo timido di una misura, la cedolare secca sugli affitti, che, se introdotta in modo più coraggioso, consentirebbe di dare nuova vita ad un mercato in grave crisi».
Il vicepresidente di Confedilizia e presidente di Ape, Associazione Proprietà Edilizia Genova, Vincenzo Nasini conferma la consistenza del caso Genova: «È un trend negativo che nasce con la crisi economica ed è stato aggravato da alcune manovre a cominciare da quella di Monti. La città rischia di perdere una parte del suo tessuto commerciale e, in alcune zone, già è totale la desertificazione commerciale. Occorre reagire con una nuova legislazione che estenda la cedolare secca anche agli affitti commerciali. Per Genova occorre estendere anche il doppio canale libero e agevolato anche in questo settore. Bisogna dare più flessibilità e libertà a chi contrae i contratti, incidendo anche sulle spese di avviamento e prelazione, che invece oggi sono bloccate da una legge che risale al 1978. Il Comune di Genova può fare la sua parte con una fiscalità che tenga conto dell’attuale situazione».