In Liguria è presente l’1,5% dei lavoratori “per somministrazione” ma nella nostra regione, come in Italia, questa modalità di impiego (che consiste nella fornitura di manodopera da parte di agenzie autorizzate) è ostacolata da uno degli effetti del Decreto Dignità. Lo ha spiegato Alessandro Ramazza, presidente di Assolavoro, al convegno “Strumenti per lavoratori e imprese” in corso nella sede di Confindustria Genova.
Assolavoro è l’associazione delle Agenzie per il Lavoro, operatori autorizzati dall’ente pubblico Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal) a offrire i servizi relativi all’incontro tra domanda e offerta di lavoro e iscritti nell’Albo relativo.
«Secondo le nostre stime – ha detto Ramazza – in Liguria la somministrazione di lavoro è utilizzata meno che nel resto del Paese, ci sono ampi spazi per utilizzare meglio questo strumento, ma in tutta Italia sono circa 53 mila le persone che a partire dal 1° gennaio 2019 non potranno essere riavviate al lavoro attraverso le Agenzie per il Lavoro perché raggiungeranno i 24 mesi di limite massimo per un impiego a tempo determinato. Questo limite è previsto da una circolare del ministero che ha retrodatato a prima dell’entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Dignità il termine da considerare per questi lavoratori assunti dalle Agenzie. In base al Decreto – ha precisato Ramazza – se un lavoratore ha lavorato alcuni mesi con un’agenzia per il lavoro, dieci anni fa, quattro anni fa, due anni fa, quei mesi vanno conteggiati per il totale dei 24 mesi. Una persona che avesse già lavorato 22 mesi e fosse assunta adesso per due mesi poi non potrebbe più operare. Ci sarà un effetto molto rilevante sul mercato del lavoro, stiamo parlando di persone esperte che non potranno più svolgere la loro attività. E in linea generale va detto – ha aggiunto il presidente di Assolavoro – che partire dalla somministrazione per sconfiggere il precariato vuol dire colpire il punto più alto del lavoro flessibile perché i contratti di somministrazione in realtà sono già oggi migliori di quelli a tempo determinato, cioè di quelli offerti direttamente dalle aziende».