Le banche italiane aderenti allo Schema volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi dovranno dare la disponibilità a sottoscrivere fino a 320 milioni del bond subordinato convertibile di Banca Carige. Questo è l’importo, si legge in una nota del fondo, che il consiglio dello Schema proporrà all’assemblea delle banche consorziate convocata per il prossimo 30 novembre.
Allo Schema volontario non aderiscono il Credem e Banco Desio. L’intervento a favore della banca genovese viene proposto dal consiglio del fondo presieduto da Salvatore Maccarone, in quanto un eventuale default di Carige costerebbe a tutte le banche italiane 8 miliardi, la cifra dei depositi protetti della banca ligure.
«Carige è messa in sicurezza grazie alla sua forza intrinseca, al fatto che ha attuato una pulizia radicale dei conti e che intorno a lei ha trovato una solidarietà di mercato − commenta Pietro Modiano, presidente del cda di Banca Carige, a margine della presentazione dei risultati consolidati al 30 settembre 2018 − Ora la banca ha di fronte a sé la prospettiva di un progressivo rafforzamento». Sul futuro della banca, Modiano ha aggiunto che si guarda a «Un’aggregazione che dia un prospettiva forte e a lungo termine».
«Con 400 milioni – ha aggiunto l’a.d. Fabio Innocenzi – siamo abbondamentemente superiori agli obblighi 2019 di cet1 e in linea con quelli di total capital ratio 2019 ed è quello che ci serve per essere conforme alle richieste del regolatore».