Si è aperta con uno scontro sulla legittimità della presidenza di Giulio Gallazzi l’assemblea dei soci di Banca Carige. Il collegio sindacale era orientato per affidare la presidenza al membro più anziano del cda, tuttavia l’opzione non sarebbe stata percorribile a causa dell’assenza di tutti i componenti del vecchio cda escluso l’a.d. Paolo Fiorentino.
Contestata anche la scelta del ruolo del notaio Zabban come segretario dell’assemblea. Uno dei soci aveva criticato la scelta di un notaio milanese che non avrebbe potuto registrare l’assemblea come atto pubblico.
La scelta del segretario è stata votata dagli azionisti con il 92,03% delle azioni ammesse al voto.
Prima dell’inizio della seduta “Sarà difficile fare una fusione in due mesi se non dovessero confermare l’amministratore delegato”. Lo ha detto il finanziere Raffaele Mincione, in merito alla richiesta della Bce alla banca ligure di valutare una fusione.
Mincione guida il patto tra i soci che comprende Pop 12 (che fa capo appunto a Mincione), di cui fanno parte anche Compania Financiera Lonestar (Gabriele Volpi) e Spininvest (Spinelli). La lista è ammessa con 9,99%, una percentuale che potrebbe riservare qualche sorpresa.
All’assemblea è presente il 64,2% del capitale “al lordo delle quote congelate” ai pattisti.
«Prima ristrutturare» la banca. Così Pietro Modiano, candidato alla presidenza di Carige nella lista Malacalza Investimenti, prima della apertura dell’assemblea degli azionisti chiamata a votare il rinnovo del cda. Interpellato sulla possibilità di procedere subito a una fusione, o di lavorare alla ristrutturazione della banca, il manager ha dato priorità alla seconda ipotesi.