Fiorentino non ha raggiunto gli obiettivi prefissati, la famiglia Malacalza ha presentato un progetto serio di lungo termine e se non avrà «i numeri per governare» se ne andrà.
Lo ha dichiarato nell’assemblea degli azionisti l’avvocato Francesco Gatti in rappresentanza della Malacalza Investimenti, che ha ribadito la necessità che «la banca riprenda il proprio ruolo autonomo».
«Non si tratta di un’operazione mordi e fuggi – ha detto Gatti – di un’operazione finanziaria, il nostro è un progetto di rilancio autentico, storico, che ci appartiene, di lungo termine».
Dichiarati anche i motivi dell’insoddisfazione nei confronti dell’attuale amministratore delegato Paolo Fiorentino: «Non ha portato a termine il rafforzamento patrimoniale della banca con la determinazione richiesta, ma ha fatto dichiarazioni sulla necessità di smembrare e svendere asset, ricetta che non è e non sarà mai la nostra».
Fiorentino replica: «Gli asset che secondo l’avvocato Gatti sono stati svenduti, sono stati messi sul mercato con processi competitivi, contabilizzati nel bilancio 2017, approvati a grande maggioranza dal cda e frutto di grandi discussioni, ricordo che il bilancio 2017 è stato approvato anche da Malacalza».
I numeri e i risultati della banca sono stati giudicati «nonostante il sacrificio degli azionisti. Oggi Carige è in grave ritardo rispetto ai competitor. La Bce ha bocciato il piano del management per rimediare e questo fallimento non è stato causato dal conflitto nella governance, come Fiorentino ha dichiarato, ma dalla mancanza di una soluzione ai problemi».
Per la famiglia Malacalza si tratta di un “give back”: «Perché alla Liguria dobbiamo molto». Il rappresentante di Malacalza sottolinea che sono state fatte e sono tutt’ora in corso scelte difficili, impopolari, «Per cambiare i retaggi del passato, il percorso non è ancora terminato».
Gatti ha criticato anche le proposte di «un’inesistente e improbabile aggregazione, non si sa con chi, il miraggio di un’aggregazione impossibile». Mincione, secondo l’avvocato Gatti, «ha fatto credere per tutta l’estate di essere disposto a investire su Carige, invece si è presentato qui con la stessa quota di febbraio. Altri (Spinelli ndr) hanno rifiutato di sottoscrivere l’aumento di capitale. Noi, in silenzio, senza proclami abbiamo deciso di impegnarci ancora una volta. Abbiamo investito oltre 400 milioni e poi abbiamo investito ancora, solo così si dimostra di crederci».
Il progetto di Pop12 (riconducibile a Raffaele Mincione), secondo Gatti, è «semplice, ma velleitario e pericoloso, provare ad aggregare la banca è rischioso e pericoloso – e aggiunge – per fare un progetto serio servono persone all’altezza».
Gatti annuncia: «Non sappiamo come andrà l’assemblea, ma se non avremo i numeri per governare ce ne andremo».