È di Assogestioni la prima lista depositata per il rinnovo del cda di Banca Carige. Il termine scade il 26 agosto, nei prossimi giorni arriveranno sicuramente almeno altre due liste, quelle di Vittorio Malacalza, attuale primo azionista (20,6% del capitale) e di Raffaele Mincione (5,6%).
La lista di Assogestioni rappresenta il 2,9% delle azioni e raggruppa Alleanza Assicurazioni, Generali Italia, Intesa Sanpaolo Vita e Planetarium Fund Anthilia Silver. I candidati per il board sono Giulio Gallazzi, già consigliere, Angelo Busani e Sonia Peron.
L’assemblea degli azionisti è in calendario per il prossimo 20 settembre. Dovrà eleggere il nuovo cda e concludere il confronto tra Malacalza e Mincione che si contendono il controllo della banca.
Malacalza non solo detiene il 20,6% del capitale ma da tempo ha ottenuto dalla Bce il permesso di arrivare al 28%. Mincione possiede una quota del 5,6%. Potrebbe aumentarla ma soprattutto potrebbe stringere alleanze con altri soci. Decisiva sarà probabilmente la scelta di campo di Gabriele Volpi, titolare del 9,9% del capitale della banca ligure e alleato con Aldo Spinelli (poco meno dell’1% ). Inoltre il fatto che circa il 50% delle azioni Carige sia in Borsa lascia ampie possibilità di manovra ai due contendenti. Del resto nei giorni scorsi i passaggi di mano di azioni dell’istituto ligure sono aumentati in misura rilevante. I prossimi giorni potrebbero portare sorprese anche su questo fronte.
Resta da chiedersi che cosa cambierebbe per Banca Carige con la vittoria dell’uno o dell’altro contendente. Sicuramente se Vittorio Malacalza manterrà il controllo della banca l’attuale ad Paolo Fiorentino non rientrerà nel board. Lo scontro tra i due è noto da tempo. Mincione invece ha più volte manifestato stima nei confronti dell’ad ed è probabile che se vincesse lo confermerebbe alla guida della banca.
Ma in fatto di strategia generale che cosa cambierebbe per Carige? Sembra di capire che Mincione sia per una fusione a breve con un altro istituto bancario. Ipotesi che Fiorentino ha più di una volta mostrato di condividere. Bce, però, nella lettera inviata alla banca il 20 luglio scorso invita il soggetto vigilato a presentare al più tardi entro il 30 novembre 2018 un piano che comprenda l’ipotesi di un’aggregazione aziendale. La presa di posizione di Francoforte restringe lo spazio di manovra di chi volesse rifiutare o rimandare un’aggregazione. Il 20 settembre si scopriranno le carte e sapremo di più anche a questo proposito.