Al 30 giugno 2018 il bilancio annuale di Italiana Coke presenta ricavi per quasi 123 milioni di euro (+17,9% rispetto al 2017), un Ebitda superiore a 6,5 milioni (l’anno scorso 0,1) e traguarda la chiusura in utile, nonostante l’elevato ammontare degli ammortamenti.
La società ha effettuato anche operazioni straordinarie, aumentando la cassa generata, e ha disponibilità liquide al 30 giugno pari a 16 milioni di euro. L’azienda è tornata a produrre i flussi di cassa necessari sia alle attività operative (in particolare agli acquisti di carbone) sia al progressivo ripagamento dei debiti pregressi.
Inoltre, Medio Credito Italiano (Gruppo Banca Intesa) ha deliberato il merito creditizio, come pure confermato l’erogazione del prestito per la sua quota parte. Tale passo è il presupposto necessario per finalizzare la pratica di pagamento da parte del ministero dello Sviluppo economico del prestito ottenuto per i lavori di adeguamento ambientale, conclusi nel 2013. La pratica al Mise è stata riattivata attraverso Ubi Banca, agente del ministero, e il prestito, insieme con il finanziamento a fondo perduto, potranno essere erogati, aggiungendosi alla finanza generata dalla società autonomamente.
«Sebbene tali risultati si discostino lievemente dal Piano Concordatario Omologato, redatto nel lontano 2015 – afferma l’ad Paolo Cervetti – essi dimostrano un’importante inversione di tendenza. L’azienda è tornata in equilibrio, grazie allo sforzo di dipendenti, collaboratori e partner. Ci attendiamo ora che le pratiche ancora in corso siano svolte con celerità nonostante il periodo estivo».
Per garantire ulteriore protezione al processo di ristrutturazione e al ripagamento dei creditori “aziende”, molte delle quali continuano a lavorare per il gruppo, Italiana Coke ha anche chiesto alle banche che sostengono il piano una dilazione di diciotto mesi sulla restituzione dei crediti, vantati dalle banche stesse; alcuni degli istituti di credito coinvolti hanno già risposto positivamente.