Anche Ascom Confcommercio si unisce alla voce allarmata di Confesercenti sulle notizie di insediamento di grandi strutture di vendita a Genova. “Se le notizie venissero confermate – si legge in una nota – da Levante all’estremo Ponente, passando per la Valbisagno, pare si prospetti un panorama di aperture che riteniamo sarebbe fortemente deleterio per la nostra città“.
La nota è molto dura: «Non riusciamo davvero a comprendere come possa essere possibile pensare all’inserimento in città di ulteriori grandi superfici di vendita rispetto a quelle già esistenti – dice il presidente Paolo Odone – che hanno già superato i limiti della saturazione generando effetti fortemente negativi sul tessuto commerciale di vicinato. Ma a quale idea di città si sta pensando? A quale idea di centri storici, di quartieri e di socialità?».
Per Ascom la città invasa dalla Gdo crea delle polarizzazioni commerciali avulse dal territorio e fini a se stesse. “Siamo fortemente contrari al modello di una “città” costellata di mall. Pensiamo che il commercio sia un fattore estremamente importante in una città vissuta, in quartieri ricchi di vitalità. Non vogliamo che diventi un grande non-luogo privo di identità, relazione e storia”.
L’associazione si rivolge direttamente al sindaco Bucci: “Abbiamo avuto modo di dire più volte quanto fosse necessaria un’inversione di rotta rispetto al recente passato e un chiaro segnale di svolta a favore del commercio di vicinato. A partire dalle richieste in fase elettorale e anche nella giornata dedicata agli Stati Generali che come Ascom abbiamo già realizzato”.
Per Agostino Gazzo, presidente della consulta dei Civ, «ci sono indubbiamente segnali positivi ad esempio sul turismo e sul sostegno che il Comune sta dando ai Civ, ma se poi si lavora in parallelo a una città basata sulla grande distribuzione, allora riteniamo che ci sia un problema molto importante da affrontare. I cittadini amano la loro città perché è ancora ricca di negozi di qualità, i turisti sono affascinati dai nostri quartieri anche perché offrono vitalità, merci e servizi particolari, unici, introvabili altrove».
Gazzo ricorda che Ascom nell’ultimo anno ha costituito 10 nuovi Civ. «Per noi la direzione da seguire è questa: non quella di pochi amministratori delegati che aprono sul territorio e poi da un momento all’altro se ne vanno senza lasciare niente, ma il commercio fatto da tanti volti, tante teste che si vogliono unire per essere protagonisti della propria città e decidere insieme la propria storia ed il proprio futuro. A volere rappresentare tutte le richieste si finisce per non rappresentare niente. Bisogna scegliere».