Riunione interlocutoria oggi al Mise tra Bombardier, sindacati e istituzioni. Le risposte formali dell’azienda sul futuro del sito di Vado Ligure sono state rimandate al 26 settembre ma il vicepresidente di Bombardier Transportation Europa, Oscar Vazquez, ha assicurato la volontà del gruppo di mantenere lo stabilimento.
All’incontro hanno partecipato anche Giorgio Sorial, vicecapo di gabinetto del ministro Di Maio. l’assessore regionale al Lavoro Gianni Berrino, il presidente della Provincia di Savona e sindaco di Vado Ligure Monica Giuliano, il senatore Vito Vattuone del Pd e il deputato Marco Rizzone del M5S e i rappresentanti dei sindacati.
«Come organizzazioni sindacali e in particolare come Fiom Cgil – riferisce Andrea Mandraccia della segreteria di Fiom Cgil Savona – abbiamo sottolineato che il fatto che a tutt’oggi non sono ancora arrivati a Vado i carichi di lavoro (locomotive Mercitalia e collaborazione con Hitachi quale subfornitore per la produzione dei treni regionali) necessari alla sopravvivenza del sito seppure col ricorso a procedure di mobilità non sia più accettabile».
«Alla fine del 2019 – prosegue Mandraccia – terminerà la produzione delle locomotive DC3 e dovrebbe scadere (se rinnovata a novembre) l’ulteriore anno di cassa integrazione straordinaria per area di crisi industriale complessa. L’annuncio poi che ci sarebbero possibilità di collaborazione con Hitachi legate alla produzione di nuovi treni ad alta velocità che Trenitalia dovrebbe richiedere se da un lato può essere letto positivamente mette però di fatto in discussione il precedente piano industriale in quanto si abbandonerebbe la collaborazione sulla produzione dei treni regionali. Abbiamo infine posto al Ministero un problema di carattere generale legato al fatto che, come anche per altri gruppi del settore, una importante parte della produzione verrà portata all’estero. Infatti la produzione delle locomotive MS3 per Mercitalia sarà fatta nello stabilimento tedesco di Kassel. Pertanto non solo il sito di Vado Ligure deve andare avanti con le sole opportunità fornite dal mercato italiano ma, in un momento di grave difficoltà, l’unico stabilimento italiano viene ulteriormente penalizzato».