Dopo una prima tappa a Imperia e una seconda a Levante, nel Comune di Ne, ora gli agricoltori liguri della Cia tornano a Ponente, ad Albenga, per un nuovo incontro con i sindaci dei Comuni del territorio per porre rimedio a quella che è diventata una vera e propria invasione di ungulati. Obiettivo, non solo tutelare le attività agricole, ma anche proteggere l’incolumità degli abitanti, degli escursionisti e dei fungaioli.
Dopo il successo di presenze istituzionali nell’ultimo incontro a Ne (presenti i sindaci di Borzonasca, Moneglia, Ne, Sestri Levante, S.Colombano Certenoli, Coreglia Ligure, Leivi, Chiavari, Carasco ), il nuovo è appuntamento è in programma oggi, lunedì 23 luglio, alle 17,30, ad Albenga con i sindaci della provincia savonese «per spiegare le nostre proposte e svilupparle con ulteriore idee che i primi cittadini stanno cominciando a mettere sul tavolo», conferma il presidente di Cia Liguria, Aldo Alberto.
Secondo l’associazione di categoria, le politiche di difesa attiva dei terreni mediante barriere elettriche o fisiche, proposte dalla Regione e intraprese dagli agricoltori, sono spesso inefficaci soprattutto per caprioli e daini. A questo da aggiungere una preoccupante diffusione di parassiti nocivi per le persone in ambiente rurale e boschivo.
«Siamo di fronte a un fenomeno il cui controllo è venuto meno e l’attività venatoria ordinaria, insieme alle attività di prevenzione, non è sufficiente a mantenere entro limiti di tollerabilità la presenza di queste specie − prosegue Alberto − Dopo le tappe svolte e le prossime ad Albenga e martedì 24 a Rossiglione, le nostre proposte saranno trasmesse a fine luglio ai prefetti e al presidente della Regione».
Intanto dopo i primi incontri sono state concordate le prime richieste: attuare misure di riduzione della presenza della fauna selvatica in misura straordinaria, non escludendo alcun metodo, ivi comprese azioni di sterilizzazione per le specie più prolifiche; riorganizzare il sistema di attribuzione delle zone di caccia inserendo il principio della rotazione annuale delle squadre di caccia; contrastare pratiche illegali quali il foraggiamento e le immissioni incontrollate; applicare modelli di verifica dell’attività di prelievi e di efficienza delle squadre sulla base del modello di rilevazione utilizzato dall’ATC SV2; destinare adeguata quantità di risorse nella liquidazione dei danni subiti dai produttori e rendere più celeri i rimborsi.