Ancora due settimane di tempo per poter chiedere di aderire al progetto Nave Italia, navigando a bordo del brigantino affiancati all’equipaggio della Marina Militare nella stagione 2019. L’obiettivo è scoprire come la terapia dell’avventura influisca positivamente sul benessere di chi vive un disagio o una disabilità.
Da inizio maggio ad oggi Nave Italia ha navigato toccando 6 porti (Livorno, Civitavecchia, La Spezia, Genova, Imperia, Cagliari) e ha portato a bordo 9 associazioni per un totale di 151 persone partecipanti, 47 operatori e oltre 2.300 visitatori accolti durante gli eventi a bordo e nelle giornate di apertura al pubblico.
Nave Italia, il brigantino più grande del mondo, viene messo a disposizione dalla Fondazione Tender To Nave Italia Onlus, costituita nel 2007 dalla Marina Militare e dallo Yacht Club Italiano con lo scopo di promuovere la cultura del mare e della navigazione come strumenti di educazione, formazione, riabilitazione, inclusione sociale e terapia nelle seguenti aree di intervento: disabilità, salute mentale, disagio sociale o familiare.
Le associazioni interessate a partecipare alle preselezioni possono presentare il proprio progetto entro il 16 luglio 2018, compilando il modulo a disposizione sul sito. Solo coloro che avranno superato le preselezioni potranno accedere alle selezioni finali sviluppando il progetto per l’ammissione definitiva che avverrà entro il 16 novembre 2018.
Il mare, la vela, la navigazione, le regole e la vita di bordo sono un potente e prezioso strumento di intervento nel sociale. Gioco, divertimento, avventura per sfidare il mare, ma soprattutto vincere se stessi e i propri limiti.
Nave Italia è a disposizione di enti non profit, scuole e ospedali che desiderino realizzare un’esperienza a bordo del brigantino più grande del mondo, un luogo dove non esistono differenze, dove ogni persona arricchisce l’altra con la propria originalità e dove le emozioni si trasformano in ricordi indelebili nel tempo. Anche servizi sociali, aziende pubbliche o private che promuovano azioni inclusive verso i propri assistiti e le loro famiglie possono partecipare.