Il centrodestra avanza, con la Lega in forte crescita, ma le componenti ribelli nei confronti di Giovanni Toti si affermano localmente, M5S accusa un forte calo rispetto alle politiche, il Pd arretra ma conserva la guida di Comuni come quello di Sestri Levante, dove al sindaco uscente Valentina Ghio viene riconosciuta una buona amministrazione e, in linea di massima, le personalità prevalgono su partiti e ideologie.
I risultati delle elezioni nei venti Comuni liguri in cui si è votato – perlomeno nei Comuni principali, in cui il consenso ottenuto dai partiti nazionali è immediatamente distinguibile rispetto a quello raccolto dalle liste civiche – non si discostano sostanzialmente dal dato nazionale, che l’ex premier Paolo Gentiloni così commenta su twitter: «Il #Pd deve cambiare da cima a fondo, ma la notizia della sua morte era fortemente esagerata. C’è bisogno di #alternativa al Governo a guida Salvini».
Gli M5S a Carcare non entrano neppure in consiglio comunale, a Imperia raccolgono il 6,07%, a Sestri Levante il 6,4%, a Sarzana il 14,7%. Un flop, che Luigi Di Maio, su scala nazionale, riconduce alla «logica clientelare che ancora resiste in molte zone d’Italia».
L’alternativa al Governo a guida Salvini invocata da Gentiloni sembra prefigurarsi in Liguria, con la resistenza di Claudio Scajola e Marco Melgrati all’egemonia di Toti, sostenitore di un centrodestra imperniato sull’alleanza tra Forza Italia e Lega. Al giornale on line Riviera 24 l’ex ministro dichiara: «Sono lieto che in tutto il Ponente della Liguria, a partire da Ceriale fino ad Alassio, Bordighera e Vallecrosia, si sia detto fine alla patacca del modello Toti, che non significa altro che l’affermazione di una persona attraverso una oppressione delle autonomie. Ritengo, come ho sempre ritenuto, che le elezioni amministrative siano il trionfo dei cittadini nello scegliere il sindaco che ritengono meglio».
«Dobbiamo essere grati a Scajola e Melgrati – commenta Giuseppe Costa, responsabile regionale dei Seniores di Forza Italia – che hanno avuto il coraggio di fare una battaglia in salita, facendo emergere quanto sia forte il settore moderato quando viene chiamato responsabilmente al voto. Le ideologie contano sempre meno, contano i progetti e le persone, prevalgono i candidati che gli elettori giudicano capaci e non paracadutati o telecomandati, i candidati credibili, in relazione con i cittadini e il territorio».