Da parte di alcuni «si è dimenticato che secondo l’articolo 92 della Costituzione il presidente della Repubblica nomina il presidente del consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri». Così il presidente emerito della Corte costituzionale, Giovanni Maria Flick, nella lectio magistralis “I valori e i princi’pi fondamentali della Repubblica: una Costituzione attuale da attuare” tenuta oggi a Palazzo Doria Spinola, a Genova, è intervenuto sul contrasto tra il capo dello Stato Sergio Mattarella e Lega e M5S.
«Ho guardato con interesse e un po’ di perplessa preoccupazione – ha premesso Flick – all’andamento di questa crisi. È vero – ha puntualizzato – che secondo la carta costituzionale la sovranità appartiene al popolo, ma questi la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. L’appello diretto al popolo può portare, e ha portato, a conseguenze disastrose. E l’articolo 87, indicando le funzioni del presidente della Repubblica, dice subito che questi è “il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale”. Il presidente rappresenta l’unità nazionale non soltanto nelle cerimonie ma anche attraverso queste procedure».
Il presidente emerito della Coste costituziuonale ha anche rilevato che non si può considerare il presidente del consiglio dei ministri «come una sorta di Pony Express che porta una busta al presidente della Repubblica» il quale a sua volta ha il compito notarile di prenderne atto. Quanto ai rapporti con l’Unione europea, e alle decisioni di Mattarella, Flick ha ricordato l’articolo 11, in base al quale l’Italia consente a cessioni di momenti sovranità a organismi sovranazionali. «La tutela del risparmio, inoltre, è un bene costituzionalmente garantito, si veda l’articolo 117, e il presidente della Repubblica è il primo garante dei valori costituzionali».
La lectio magistralis di Giovanni Maria Flick si è svolta in occasione delle celebrazioni del 2 Giugno a cura dell’Istituto ligure storia della Resistenza “Raimondo Ricci”e della prefettura.