Un settore con 27mila aziende e 100mila addetti, export in crescita del 10% nel 2017. Sono dati sul florovivaismo italiano resi noti da Euroflora, in calendario a Genova nei Parchi di Nervi dal 21 aprile al 6 maggio.
L’Italia vanta una tradizione risalente ai primi dell’Ottocento nella produzione di fiori e piante ornamentali e queste radici storiche e culturali sono tuttora presenti, anche se forse poco riconosciute, nei parchi e nei giardini storici, nelle aree verdi urbane pubbliche e private; tale tradizione contribuisce a fare prediligere il nostro Paese oltre che per le città d’arte anche per il connubio tra il paesaggio agricolo e quello storico-culturale.
Il settore del florovivaismo incide moltissimo sulla biodiversità, oggi tutelata anche da una recente normativa italiana, per le più di 2.000 specie appartenenti a moltissime famiglie botaniche annuali, biennali, poliennali erbacee, arbustive o arboree che permettono, grazie anche alla variabilità delle condizioni climatiche, di produrre piante ornamentali da interno e da esterno per migliorare e mantenere la qualità della vita in casa e in città, nella conservazione dell’ambiente assecondando quindi le esigenze del verde turistico, sportivo e urbano.
Ampia parte della superficie nazionale si estrinseca in una specificità propria di alcune zone/distretti produttivi regionali specializzati, quali i distretti liguri e campani noti per la produzione di fiori e fronde recisi, la provincia di Pistoia e Mantova per il vivaismo ornamentale arbustivo e forestale, così come strettamente legate al territorio sono le piante acidofile nel distretto del Lago Maggiore, che sposano qualità del prodotto e “naturalezza” delle produzioni con la tipicità del paesaggio circostante. Migliaia inoltre sono le piante mediterranee, aromatiche e orticole coltivate in buona parte delle regioni italiane.
Le maggior parte delle produzioni florovivaistiche italiane sono a basso input energetico (necessitano di poca acqua e poche cure) e polifunzionali (schermanti, antirumore, favoriscono l’abbattimento degli inquinanti presenti nelle abitazioni, oltre che delle polveri sottili), naturalmente ornamentali per vegetazione e fioritura caratterizzate da un costo contenuto di impianto e manutenzione.
Il comparto, che in Italia per oltre due terzi della produzione in valore è composto da piante in vaso e vivaismo di piante superiori (alberi e arbusti), solo nell’ultimo biennio dopo la crisi ha mostrato recuperi interessanti, ma limitati nel tempo, dal lato dei consumi, e più sostanziali segnali di ripresa della domanda proveniente dai mercati esteri.
I dati 2017 sul commercio estero del florovivaismo elaborati, da Ismea– Istituto di servizi per il mercato agricolo e alimentare su fonte Istat, indicano, in termini di valore, un aumento tendenziale complessivo del 10% dell’export. Quest’ultimo presenta ottime performance registrate dal gruppo alberi e arbusti da esterno (+15,6%), seguito dalle piante da interno (+9,3%).
Meno positivo il trend delle piante in vaso da esterno (-2,6%) che per tanti anni ha trainato l’economia del comparto. Molto positiva l’evoluzione sui mercati esteri delle fronde (+16,6%) che sono tornate a essere un prodotto importante nel paniere degli esportatori italiani: per questi articoli l’aumento della qualità nazionale e la scelta dei produttori di specie e varietà meno convenienti nei Paesi terzi ha consentito di recuperare quote di mercato andate perdute nel primo decennio del secolo.
È di questi ultimi mesi l’iniziativa, già prefigurata nel Piano di settore, delle “Misure di agevolazione fiscale per interventi di sistemazione a verde di aree coperte di pertinenza delle unità immobiliari di proprietà privata”, approvate nell’ultima finanziaria, allo scopo di agevolare fiscalmente gli interventi privati su aree verdi e/o incolte a corredo di immobili urbani, singoli e/o condominiali e con un valore educativo “al bello” e all’ambiente delle comunità locali.
L’entità della superficie agricola nazionale (SAU)coltivata dalle aziende florovivaistiche corrisponde al 30% circa della superficie europea complessiva e assegna all’Italia una posizione dominante nell’ambito dell’Unione Europea. Infatti l’incidenza degli ettari investiti in fiori e piante in vaso è del 15% e del 14% nel vivaismo. Dal lato degli scambi, infine, l’Italia è un paese esportatore netto di piante, alberi, arbusti e di fogliame e fronde.
La produzione delle aziende florovivaistiche italiane è pari a quasi 2,5 miliardi di euro (media biennio 2015-2016), suddivisa in oltre 1,1 miliardi per fiori e piante in vaso e quasi 1,4 miliardi per i prodotti vivaistici (alberi e arbusti); rappresenta quasi il 5% della produzione agricola totale (in contrazione a causa della crisi rispetto al quinquennio 2008-2012, quando era del 6%). Circa il 60% del comparto fiori e piante, riguarda la produzione di piante in vaso che insieme alle diverse tipologie di alberi e arbusti costituiscono un’ampia gamma di prodotti destinati alle sistemazioni di spazi a verde.
Il settore comprende a monte e a valle una serie di attività di tipo agricolo e industriale.
A monte sono attive industrie che forniscono i fattori di produzione intermedi (vasi, terricci, fattori chimici e altri), industrie che producono serre, impiantistica e macchinari di vario genere; a valle grossisti e altri figure di intermediari, industrie che producono materiali per il confezionamento (carta, tessuti, materiali inerti e altri) e distribuzione al dettaglio. Quest’ultima è caratterizzata da un alto numero di ambulanti e chioschi, di fioristi e Garden Center, centri per bricolage e grande distribuzione GDO e distribuzione organizzata DO. Altre figure complementari al comparto sonogli architetti paesaggisti con l’attività di progettazione, realizzazione e manutenzione del verde ornamentale e forestale; da considerare anche il giardinaggio amatoriale e tutta l’industria di riferimento.
Le aziende nazionali per la quasi totalità sono di limitata superficie: in media inferiori a 1 ettaro le imprese floricole e superiori ai 2 ettari quelle che producono piante in vaso e prodotti vivaistici; di conseguenza prevalgono nel settore del fiore e fronda recisi le aziende a gestione familiare, seppure con un’accresciuta capacità manageriale rispetto al passato; al contrario, nel settore delle piante in vaso o del vivaismo la gestione segue principi imprenditoriali. Negli ultimi anni è visibile una contrazione del numero di aziende nelle zone da sempre vocate e nelle altre per la riduzione dei margini di redditività e l’aumento dei costi di produzione.
Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, dopo la positiva esperienza del 2011, sarà presente a Euroflora con uno spazio espositivo, laboratori e partecipazione a incontri di settore. Oltre a supportare con iniziative di comunicazione il settore florovivaistico, il ministero ha promosso una moderna cultura del verde grazie al Piano di settore che, tra le sue azioni, ha posto in evidenza tematiche quali: la gestione del verde come componente essenziale del territorio urbano, pubblico o privato, la valorizzazione dell’ampia gamma di produzione nazionale che risponde ai criteri di basso input energetico e di prossimità ai luoghi di consumo, attraverso la quale riconoscere l’impronta artistica creata dai paesaggisti nei giardini storici del “Bel Paese”.
Per identificare presso i consumatori il prodotto florovivaistico nazionale certificato il MiPAAF ha sviluppato il marchio privato VivaiFiori cheverrà fatto ulteriormente conoscere durante Euroflora.