Non ha fatto nomi, né di partiti né di persone: Claudio Scajola ieri sera, all’Auditorium di Imperia ha annunciato ufficialmente e semplicemente la sua candidatura a sindaco della città. Una candidatura, ha spiegato, «che non è contro nessuno». Sicuramente, però, qualcuno è contro la sua candidatura. Per esempio – non è un segreto – il governatore ligure Giovanni Toti, e almeno una parte della corte di Arcore. Lo stesso Berlusconi, non mai dichiarato nulla sulle intenzioni del suo ex ministro. Che cosa vorrà dire? Come minimo che è perplesso.
Il fatto è che Scajola ieri sera, attraversando il suo Rubicone, ha dato anche prova di una forza che il suo partito non ha. A sentirlo c’erano ottocento – mille persone, militanti e simpatizzanti azzurri e anche diversi leghisti, tra cui il sindaco di Diano Marina, Giacomo Chiappori. Entusiasti, racconta chi ha partecipato. L’imperiese è ancora in larga misura scajoliano, questo il messaggio trasmesso dalla platea. Contrastare Scajola per Toti e gli altri avversari del settantenne politico imperiese potrebbe essere difficile e costare caro.
L’ex ministro e il governatore sono, in un certo senso, l’uno l’opposto dell’altro. Scajola ha le truppe ma fatica a trovare la sua bandiera di sempre, quella di Forza Italia, l’altro ha una carica ufficiale e ha vinto molte battaglie, ma dispone di truppe che in larga misura non sono sue. Sono di Salvini. E l’alleanza tra il leader leghista e Berlusconi potrebbe spezzarsi, in questi giorni è difficile fare previsioni. Non a caso Toti tra le tante ipotesi che circolano in questi giorni sembra preferire quella di un ritorno alle urne a breve, con una legge elettorale che in qualche modo indichi con certezza un vincitore. Si arriverebbe a un ballottaggio con M5S e in questo caso il centrodestra sarebbe obbligato a rimanere coeso e il governatore ligure avrebbe ancora con sé i battaglioni di Salvini.
E Scajola? Scajola va avanti, non sembra preoccuparsi troppo di Toti e di Salvini. E non si può neppure escludere che trovi un accordo con chi oggi governa da Genova. Ieri all’Auditorium era presente anche il nipote di Claudio, Marco, assessore della giunta regionale e in ottimi rapporti con il suo presidente, che lo aveva addirittura indicato per una candidatura romana insieme a due suoi fedelissimi, Ilaria Cavo e Giacomo Giampedrone. Il confine tra realtà e fantasia è mobile, soprattutto in politica.