Ellotech, Madlab 2.0, Acqua&Aria. Tre startup, sostenute da altrettanti investitori privati (due aziende milanesi e una di Genova), schiacciano l’acceleratore sul proprio business, aggiudicandosi complessivamente 650 mila euro provenienti dal bando aperto, circa un anno fa, dal Comune di Genova per favorire lo sviluppo di nuove imprese tecnologiche (clicca qui per leggere il nostro articolo sull’uscita del bando). La premiazione e la presentazione dei tre progetti è avvenuta questa mattina nella sede della Camera di commercio di Genova.
«Un bando diverso dagli altri, che segue una logica più intelligente – sostiene Maurizio Astuni, Social Hub Genova – Perché prevede di elargire fondi sufficienti a garantire l’accelerazione delle startup, e non la loro partenza. Un supporto nel momento più difficile della nuova impresa, cioè quello in cui sono necessarie nuove risorse per far decollare l’attività. Non abbiamo voluto che il pubblico fosse l’unico soggetto ad accollarsi il finanziamento: il 50% delle risorse viene erogato quasi a tasso zero, il 50% a fondo perduto, ma a condizione di una manifestazione di interesse a investire equity/semiequity da parte di un investitore privato». Forse anche per questo motivo le risorse messe a disposizione dal bando non sono state spese completamente: «La cifra era di un milione di euro, non siamo riusciti a spenderli tutti, ma impiegheremo ciò che è avanzato in altri bandi simili – afferma Giancarlo Vinacci, assessore allo Sviluppo e promozione economica del Comune di Genova – Sono moderatamente soddisfatto, avremmo voluto erogare maggiori contributi. Ma il risultato è di per sé eccellente, queste idee innovative influiranno sullo sviluppo e sul lavoro».
Scienze della vita, industria 4.0, smart city e tecnologie del mare: questi i filoni di eccellenza individuati dal bando come prioritari. A uscirne vincitrici tre startup che hanno trovato in questi settori terreno fertile per il proprio business.
Ellotech ha saputo trasformare un banale meccanismo in una grande innovazione, «per il semplice motivo che il dispositivo da noi brevettato non esisteva sul mercato – spiega Luca Canevello, ceo e cofondatore di Ellotech – Si tratta di una sorta di cingolato per il trasporto, necessario a movimentare l’imbarcazione in quei 30-40 metri che la separano dal tratto carrabile, uno spazio che viene spesso colmato con sistemi posticci e poco pratici». Il sistema consente anche l’accesso agli spazi acquei a persone disabili o con difficoltà di deambulazione. «Dalla nostra costituzione, il 28 giugno 2017, abbiamo attraversato importanti tappe di crescita – descrive Canevello – Ci siamo iscritti alla sezione speciale startup innovative, abbiamo
deliberato aumento di capitale, necessario sia per la sostenibilità dell’ impresa, sia per accedere a questo bando, di cui abbiamo avuto notizia dopo l’iscrizione a Confindustria. La prossima settimana iniziamo la fase di certificazione con il Rina. E la Regione Liguria ci ha chiamato per partecipare allo Smau di Berlino, Milano e Genova». Ellotech si occupa di ricerca e sviluppo, commercializzazione e assistenza. La componentistica e l’assemblaggio del prodotto sono esterni. «Contiamo di fare leva su un bacino di 11 mila potenziali clienti in Italia: potremmo servirne circa il 2%. L’obiettivo è la produzione di 150-200 pezzi. In programma c’è anche la sostituzione del motore a scoppio con uno elettrico».
Madlab 2.0 è invece «l’estensione di un progetto nato nel 2015, Madlab, che aveva come scopo la riqualificazione del quartiere della Maddalena», spiega Wladimiro Hamma. Si tratta di una startup attiva nei servizi innovativi ad alto valore tecnologico nell’ambito dell’educazione, istruzione e formazione, in particolare nuovi processi destinati a migliorare le tecniche formative nell’area socio-educativa. Per farlo si avvale soprattutto della stampa 3D, «utilizzando anche con la plastica riciclata, ma lavoriamo anche nella robotica come strumento didattico e per fini commerciali». Un progetto che ha funzionato e che, nel giro di tre anni, si è evoluto in Madlab 2.0.
Infine, Acqua & Aria lavora in un ambito ancora diverso, quello dei servizi per il miglioramento della qualità della vita, a condizioni di sostenibilità ambientale, economica e sociale. La startup, in particolare, prevede la creazione di centri multifunzionali, Fit&Fly, altamente innovativi, che coniughino alla filosofia del benessere e del tenersi in forma, la cultura del mangiar sano e della qualità della vita in una dimensione spazio-temporale di facile accessibilità, il tutto abbinando soluzioni tecnologiche avanzate a un ambiente naturale ed ecocompatibile. Centri di “fitness innovativo”, in sostanza: due punti sono già aperti a Genova. «La società svolge anche attività di ricerca, sviluppo, trasferimento tecnologico nel settore agricolo – ricorda Gianfranco Scala, socio unico dell’azienda – per esempio per ciò che riguarda le innovative tecniche di coltivazione, idroponica, aeroponica e acquaponica».