Le scelte strategiche sulla Cesare Ponti, la banca “private” del gruppo potrebbero essere al centro del dibattito nel board di Carige che si riunirà questo pomeriggio. In realtà la Ponti è da mesi uno degli oggetti di discussione ai vertici del bruppo bancario ligure. All’inizio l’orientamento era di venderla, poi si è deciso di tenerla e valorizzarla. Ma diverse sono le ipotesi sul futuro del private banking di Banca Carige, e di conseguenza sui rapporti tra la Cesare Ponti e il gruppo.
Un altro argomento di discussione questo pomeriggio potrebbe essere la richiesta del finanziere italo-inglese Raffaele Mincione, che di recente ha annunciato di avere acquisito il 5,4% del capitale di Carige, diventando il terzo azionista della banca, di essere adeguatamente rappresentato nel cda. La richiesta è stata respinta nella seduta scorsa, ma Mincione potrebbe tentare di aggregare altri fondi e investitori presenti nel capitale ma non nel board, come Chenavari, Sga e Credito Fondiario, mettendo insieme nel complesso circa il 20%, una quota simile a quella della Malacalza Investimenti (20,6%). E intanto potrebbe continuare ad acquisire azioni Carige, tentare un’alleanza con la Lonestar di Gabriele Volpi, secondo azionista con una quota del 9%, e chiedere una decisione dall’all’assemblea degli azionisti.
Ma Malacalza Investimenti ha ottenuto dalla Bce il via libera per arrivare fino al 28% e potrebbe avvalersi di questa opzione, e anche stringere alleanze con altri azionisti.
Insomma il cda di oggi potrebbe essere caldo.