Iren chiude il 2017 con risultati economici in crescita, una riduzione dell’indebitamento finanziario e una proposta di dividendo in incremento del 12% a 0,07 euro per azione che, per Fsu (Finanziaria sviluppo utilities, la holding che riunisce pariteticamente i Comuni di Torino e Genova, significa un introito di 29,7 milioni di euro. «Sono i migliori risultati di sempre nella storia di Iren», commenta il presidente Paolo Peveraro.
Il gruppo ha chiuso il 2017 con ricavi a 3,7 miliardi di euro in crescita del 12,6% rispetto al 2016, un Ebitda a 820,2 milioni di euro (+0,7%) e un utile pari a 237,7 milioni di euro in incremento del 32,2%, performance che, secondo l’amministratore delegato Massimiliano Bianco, «dimostrano la capacità del Gruppo di sapersi adattare con rapidità ed efficacia ai profondi cambiamenti che hanno connotato e connoteranno il mondo delle utility e quello dell’energia». La Borsa risponde positivamente a questi risultati: Iren ha aperto oggi a 2,492 euro e alle 9,23 il titolo segna una crescita del 2,38%.

Il 2017, come afferma Peveraro «è stato contrassegnato non solo da un aumento significativo di utili e dividendi, ma anche da una notevole crescita negli investimenti (+32% a 357,3 milioni di euro), quasi interamente destinati allo sviluppo sui territori, generando per gli stessi una rilevante ricaduta in termini socio economici». La crescita del 12% del dividendo di Iren segue l’incremento del 14% conseguito nel 2016 e la previsione di crescita annua del 10% fino al 2022.
Da un punto di vista operativo, le positive performance derivano dall’incremento strutturale della profittabilità dei business a rete, grazie anche all’ottenimento di significative sinergie, dal settore Ambiente grazie a una maggiore saturazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti che ha reso possibile un maggiore recupero energetico, e dal settore Energia caratterizzato dall’incremento delle volumetrie teleriscaldate. Importante anche la risposta dei clienti, cresciuti di circa 120 mila unità rispetto a un anno fa.
«Particolarmente importante – prosegue Bianco – è il raggiungimento anticipato dell’area di flessibilità finanziaria individuata nel rapporto debito netto/Ebitda inferiore a 3x e la costante diminuzione del debito (-85 milioni rispetto al dato registrato a fine 2016) dovuto alla robusta generazione di cassa che ha consentito di coprire agevolmente investimenti e dividendi in costante crescita».
Contestualmente al Bilancio economico, il consiglio di amministrazione di Iren ha approvato anche il Bilancio di Sostenibilità 2017 – che assume da quest’anno valenza di Dichiarazione non finanziaria consolidata ai sensi del D. Lgs. 254/2016 – che rendiconta le performance economiche, ambientali e sociali del gruppo e rappresenta uno strumento di monitoraggio degli obiettivi del Piano Industriale al 2022. Alcuni dati rendicontati nel documento: oltre 232 milioni di euro di spese e investimenti per la protezione dell’ambiente, quasi 2.8 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 evitate e una produzione energetica da fonti eco-compatibili pari all’86% della produzione totale, contro una media nazionale del 37,3%. A questi si aggiunge il dato di raccolta differenziata, pari al 60,6% medio nel bacino servito, che supera gli obiettivi fissati al 2025 dal Circular economy package dell’Unione Europea.
Per ciò che riguarda l’ambito sociale, il 98% dei dipendenti assunto con contratto a tempo indeterminato e l’88% coinvolto in attività di formazione e addestramento, 152 assunzioni nel 2017, 95.6% dei clienti energetici soddisfatti. Circa 90.300 studenti sono stati coinvolti in attività di educazione ambientale, 49% dei fornitori localizzati sul territorio.