«Perdere è grave. Ma ancora più grave è non dimostrarsi all’altezza della sconfitta». Così Simone Regazzoni motiva le sue dimissioni dalla direzione del Pd genovese. «Mentre annuncio che darò il mio modesto contributo alla costruzione di un nuovo PD – si legge in una nota stampa –se ci sarà la volontà di farlo, rassegno le mie dimissioni da membro della direzione provinciale del PD genovese».
Regazzoni, renziano, in questi anni è stato spesso polemico nei confronti dei dirigenti del Pd genovese e ligure senza risparmiare critiche allo stesso segretario nazionale. «A fronte di una delle più pesanti e drammatiche sconfitte subite dalla sinistra italiana nel corso della sua storia – scrive nel un comunicato – le formule di rito, le riflessioni approfondite proclamate e mai attuate, le dimissioni post-datate che mirano a sequestrare la linea politica di quel che resta del PD sono atti di irresponsabilità politica, che rischiano di sancire definitivamente l’irrilevanza del centrosinistra nel nuovo assetto politico italiano, sempre più orientato verso un nuovo bipolarismo. Perdere è grave. Ma ancora più grave è non dimostrarsi all’altezza della sconfitta».
«Il PD(R) e la sua attuale leadership – si legge ancora nella nota stampa – sono al capolinea. La sinistra ha perso il suo popolo. Non basterà cambiare segretario, mutare slogan, aggiustare il tiro di una linea politica, ad oggi, quasi inesistente. PD è ormai un brand logoro, che fagociterà qualsiasi operazione di restyling. Occorre aprire una nuova pagina, reinventare e rifondare radicalmente il Partito Democratico e il centrosinistra tutto, portandoli fuori dal Novecento. Servono nuovi volti, nuove idee, nuovo linguaggio. Serve un nuovo paradigma politico all’altezza delle sfide di un tempo che ha ridisegnato radicalmente le coordinate della democrazia di massa e dell’agire politico. Le nuove destre lo hanno capito. La vecchia sinistra no. Dobbiamo iniziare un nuovo cammino. L’obiettivo non è la luna. Ma la realtà che questo PD, in molti suoi aspetti, ha trascurato o eluso. A partire da problemi come l’immigrazione, su cui non si è mai arrivati a costruire una posizione politica chiara e degna di questo nome, nonostante l’eccellente lavoro di Minniti. In momenti drammatici come questi atti e parole devono andare assieme. Per questo – conclude Regazzoni – mentre annuncio che darò il mio modesto contributo alla costruzione di un nuovo PD, se ci sarà la volontà di farlo, rassegno le mie dimissioni da membro della direzione provinciale del PD genovese».