Tutto è iniziato nel 1895 con l’importazione di carbone dalle miniere inglesi. Oggi la genovese Coeclerici è una solida realtà con un fatturato di 850 milioni di euro (era 620 milioni nel 2016) e 1.250 dipendenti sparsi negli uffici di 14 Paesi del mondo (la maggior parte nell’area Russia-Medio Oriente). 44 milioni di euro di investimenti solo tra 2014 e 2016.
Coeclerici spa, i principali risultati di bilancio 2016:
Fatturato consolidato: 621 mln euro
Ebitda: 31,17 mln euro
Ebit: 20,65 mln euro
Risultato netto: 14,56 mln euro
Risultato netto di gruppo: 13,49 mln euro
Patrimonio netto di gruppo: 66,35 mln euro
Pur rappresentando il core business dell’azienda (circa 93%), il commercio non è l’unica attività aziendale legata al carbone: la svolta in direzione “produzione” avviene nel 2008, quando Coeclerici acquisisce il 100% di Korchakol, una miniera per l’estrazione di carbone a basso volatile situata in Siberia, vicino alla città di Novokuznetsk. Nel frattempo, la divisione Logistics, che solo 4 anni dopo varerà i primi quattro nuovi mezzi, su un totale di sei, disegnati con i più alti standard e performance, inizia a operare in India con il “Bulk Prosperity”, un transshipper offshore di ultima generazione.
Andrea Clavarino, chairman e ceo Coeclerici Logistics, è stato relatore al convegno Italia-Russia: L’arte dell’innovazione, che si è tenuto ieri a Palazzo San Giorgio a Genova
Con l’acquisizione del sito russo, quella genovese diventa la prima e unica azienda occidentale ad acquistare una miniera per l’estrazione di carbone termico in Russia: «Trattiamo prevalentemente carbone metallurgico, quindi per la produzione di acciaio – descrive Andrea Clavarino, chairman e ceo Coeclerici Logistics – Quella di Korchakol è una miniera quasi 100% export oriented, solamente il 15% della produzione è destinata al mercato interno. Siamo riusciti a passare da una produzione iniziale di 400 mila tonnellate a 1,4 milioni di tonnellate: questo valore rappresenta appena l’1% della produzione totale russa». L’investimento per l’acquisto della miniera russa è stato particolarmente fruttuoso: «Direi che è andato molto bene – spiega Clavarino – Grazie anche al fatto che siamo stati più prudenti di altri player di mercato, che ci hanno provato in altre occasioni, ma poi hanno chiuso nel giro di poco tempo. Noi rappresentiamo una piccola fetta di mercato, non diamo fastidio a nessuno. E poi siamo italiani, e il lavoro dell’italiano all’estero è sempre apprezzato, così come la sua cultura».
In un mondo sempre più rinnovabile, il carbone ricopre ancora un ruolo di primo piano: il suo commercio nel 2017 è cresciuto del 5%
Altro tassello importante nella storia ultracentenaria di Coeclerici, l’ingresso nel business della produzione di macchine e impianti industriali automatici hi-tech per l’industria del converting, del packaging e dell’automotive, avvenuto nel 2016 tramite l’acquisizione della maggioranza del Gruppo Ims Deltamatic. «Ora, i prossimi obiettivi sono quelli di aumentare ulteriormente gli investimenti e di raddoppiare la produzione», afferma Clavarino.Nel sito minerario russo, grazie all’aumento di capitale della controllata SC KISK sottoscritto pochi anni fa da Coeclerici Commodities per sostenere il piano capex, è stata ottimizzata la redditività e la piena operatività dell’investimento: il carbone estratto nel 2016 ha superato il piano di produzione approvato, con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente (1,36 milioni di tonnellate). Proprio per la divisione estrazione dell’azienda, il fatturato 2016 (ultimi dati disponibili sul sito ufficiale) tocca i 36,4 milioni di euro, per un Ebitda di 9,2 milioni di euro. Numeri decisamente maggiori per ciò che riguarda l’area trading, a conferma di quanto questa divisione pesi sull’intero business aziendale: 8,2 milioni di tonnellate movimentate nel 2016 e un fatturato di quasi 576 milioni di euro (Ebitda 11,8 milioni). 23,5 milioni di tonnellate movimentate, sempre nel 2016, nell’ambito della divisione logistica e shipping, che frutta all’azienda ricavi per 40,7 milioni di euro (Ebitda di 17,8 milioni di euro).