Come sempre quando si ha a che fare con un mezzo elettrico a colpire sono il silenzio durante il viaggio e l’accelerazione rapida. Le peculiarità del bus di ultima generazione, fornito in comodato d’uso dall’azienda umbra Rampini spa, le potranno sperimentare nei prossimi due mesi i passeggeri della linea 518, quella interna all’ospedale San Martino di Genova.
In questo modo Amt, l’azienda di trasporto pubblico del capoluogo ligure, potrà capire come si comporta questo tipo di veicolo in una situazione che riproduce abbastanza fedelmente il percorso di una linea collinare.
Nel frattempo occorrerà attendere ancora un po’ per vedere in strada i bus termici acquistati dalla Regione e che spettano ad Amt: «Una parte arriveranno intorno alla metà del 2018, per averli tutti e 44 occorrerà avere pazienza sino al 2019», dice Stefano Balleari, vicesindaco e assessore alla Mobilità del Comune di Genova.
«Questo bus ha un’autonomia di circa 140-170 km – spiega Marco Beltrami, amministratore unico di Amt Genova – rispetto a quello attualmente in servizio all’interno dell’ospedale che ne ha 45 siamo avanti anni luce. Verrà ricaricato in rimessa durante la notte».
Anche se Balleari dice che gli piacerebbe avere in futuro un centro cittadino con solo mezzi elettrici, la questione non è per nulla banale, come spiega Beltrami: «Siccome non sarebbe realizzabile l’investimento di ricariche dislocate ai capolinea, dobbiamo pensare a una ricarica in rimessa, ma per questo dobbiamo fare in modo che i bus abbiano sufficiente autonomia per non fermarsi durante il servizio con la batteria a terra. Bisogna anche sapere che l’aria condizionata ha un grosso peso in termini di consumo». Un evento durante la Genova Smart Week era proprio dedicato a questo problema, con un progetto europeo (Xeric) arrivato alla fase finale che ha prodotto un prototipo dedicato alle auto per limitare i consumi derivanti dall’aria condizionata, con l’obiettivo di prolungare il range del 30-40% agendo solo sul sistema di condizionamento, che consuma, nelle giornate molto calde, anche il 60% dell’energia delle batterie. Inoltre occorre considerare la quantità di energia elettrica che verrà utilizzata per la ricarica, attualmente, per ammissione di Beltrami, le rimesse genovesi non sono attrezzate per sostenere la ricarica di tanti bus.
«Stiamo pensando – aggiunge l’amministratore unico di Amt – a raggiungere l’obiettivo della mobilità con meno impatto ambientale in maniera valida e industrialmente sostenibile. Sperimentazioni come questa ci aiutano a capire le prestazioni dei mezzi, elementi che ci consentiranno di sviluppare un progetto integrato tra filobus, metro e autobus elettrici».
Tuttavia, almeno prima dell’arrivo di Beltrami, Amt sembrava non molto interessata ai filobus, visto che ne aveva ridotto le corse tagliando la linea 30, in servizio sino a qualche anno fa dalla Foce a Sampierdarena (l’ultimo capolinea era in via di Francia).
Amt-Atp inhouse, in settimana incontro con Mazzoncini
A margine della presentazione Balleari ha ricordato come sta procedendo il percorso verso la definitiva assegnazione inhouse del servizio di Tpl ad Amt fusa con Atp. Il Pd nei giorni scorsi aveva evidenziato a Liguria Business Journal l’avvio di una procedura di dialogo competitivo sul tpl dell’area genovese: «La gara viaggia su un altro binario – risponde Balleari – di “sterilizzare” una situazione per la quale il Comune di Genova potrebbe ricevere minori finanziamenti a livello nazionale del 5,10 e 15% in tre anni, in questo modo dovremo evitare questo problema. Nel frattempo abbiamo fatto la fusione tra Amt spa e Atp spa, fatto l’affidamento diretto per le due società sino al 3 dicembre 2019, ma nel frattempo dobbiamo parlare con il socio privato di Atp Servizi, cioè Autoguidovie». Bucci sarà a Roma nei prossimi giorni e – secondo Balleari – potrebbe essere l’occasione in cui si potrebbero avviare le “prove di dialogo” con Renato Mazzoncini, a.d. delle Ferrovie dello Stato italiane dal 2015, e nel 2012 artefice della joint venture tra Autoguidovie e il gruppo che amministra attualmente attraverso la società Busitalia. Per Balleari il fatto che un privato possa fare un’offerta competitiva nella procedura di dialogo competitivo non sembra un problema: «Noi faremo l’inhouse prima e di conseguenza la gara verrebbe ritirata».