«Siamo in grado di presentarci ovunque, in tutta Italia, andremo in tutti i collegi nazionali, e anche in Liguria siamo forti». Così Christian Corda, responsabile provinciale genovese di CasaPound, presenta a Liguria Business Journal le prospettive elettorali del suo partito. «Possiamo constatare la vitalità di CasaPound nell’attività politica di tutti i giorni – precisa – una vitalità che era evidente all’apertura della nostra sede di Genova, quando abbiamo presentato il nostro candidato premier, Simone Di Stefano. C’era tanto entusiasmo».
C’era anche, e naturalmente la sua presenza ha fatto notizia, un nome storico della destra genovese, Gianni Plinio, già militante e consigliere comunale e regionale prima dell’Msi e poi di An e fino a pochio giorni fa membro della direzione nazionale di Fratelli d’Italia. Plinio ha poi annnunciato la sua adesione a CasaPound, «come soldato, anzi, sottosoldato – ha precisato – non aspiro a nessun incarico e a nessuna candidatura».
«In FdI – spiega Plinio – avevo creduto, e conservo amicizia e stima per Matteo Rosso ma è la politica nazionale di questo partito che non mi convince. Meloni, dopo essersi appiattita su Salvini ora si è appiattita su Berlusconi, il partito si è spostato sempre più su posizioni moderate e nei suoi giovani trovo scarso attivismo. E FdI ha perso quella ispirazione sociale che si può richiamare a una certa parte del fascismo per me importante, ha rinunciato a una seria opposizione all’Unione europea e all’euro».
«In CasaPound – prosegue Plinio – trovo le idee che ho sempre sostenuto, trovo un richiamo alla politica sociale e una pratica di solidarietà verso gli italiani più deboli che la stessa la sinistra ha abbandonato, trovo dei ragazzi ordinati, disciplinati, che pensano a fare politica e non a diventare ministri o assessori».
Le motivazioni che hanno spinto Plinio a traslocare in CasaPound secondo i dirigenti del partito dovrebbero essere condivise da una buona parte dell’elettorato di centrodestra «Abbiamo la possibilità – spiega Corda – di ottenere voti da elettori delusi del centrodestra. Siamo un’alternativa concreta per chi non vuole alleanze con Berlusconi, per chi è contro un’Europa burocratica, tecnocratica, ostile ai veri valori europei e alla sovranità dei suoi popoli. Il nostro obiettivo è superare il 3% dei consensi e mandare 11-13 dei nostri in Parlamento».
(Continua)