«Escludo assolutamente un aumento di capitale addizionale». Lo ha dichiarato l’amministratore delegato di Banca Carige, Paolo Fiorentino, questa mattina in conferenza stampa.
La società ha comunicato in una nota che Consob ha approvato il documento di registrazione, la nota informativa e la nota di sintesi dell’aumento di capitale, confermando che l’operazione, al prezzo di 1 centesimo per azione prenderà il via oggi, mercoledì 22 novembre.
«L’aumento di capitale da 560 milioni di euro – ha precisato Fiorentino – è blindato. Faccio una previsione: sono ottimista sul fatto che questo aumento possa andare addirittura a riparto. Sarebbe un bel segnale per la città. Oggi è una giornata molto importante, quello in atto è un aumento molto particolare che parte con una fortissimo coinvolgimento dei vecchi e nuovi investitori. Ribadisco che lo zoccolo duro degli azionisti forti hanno confermato e incrementato il proprio impegno e 300 milioni di aumento è già coperto dagli impegni sottoscritti».
Il direttore finanziario di Carige Andrea Soro aggiunge che «Algebris ha dato disponibilità a investire un 2%, anche Ifis ha manifestato interesse». Questo interesse si aggiunge agli impegni degli azionisti storici del gruppo e degli azionisti partner industriali, tra cui Soro ha citato «Credito Fondiario, Sga e investitore partner in Creditis non ancora selezionato». Inoltre ci sono «Unipol, Generali e Intesa Vita che stanno valutando l’opportunità di scambiare i bond con azioni».
«Nell’aumento – spiega Fiorentino – la parte retail avrà un ruolo importante: è il 54% degli azionisti e ha sempre agito con responsabilità seguendo la banca. L’andamento del titolo anche oggi, soprattutto per gli scambi, testimonia grandissima attenzione e vivacità. Il mercato intorno a Carige è vivo, come viva a pulsante è la banca. Con il nuovo sistema rolling dopodomani avremo già un quadro della giornata. C’è la novità della partenza al mercoledì perché avevamo urgenza di partire».
Peraltro, ha sottolineato l’ad di Carige, «l’aumento di capitale è solo una tappa del nostro viaggio, abbiamo venduto l’immobile di Milano per 207,5 milioni, già incassati, a Roma si sta trattando per un immobile sui 20-25 milioni, abbiamo ceduto un pacchetto di 1,2 miliardi di npl e la piattaforma a Credito Fondiario per una cifra superiore alle attese, il che significa che iscriveremo perdite inferiori al previsto. Per Creditis al momento abbiamo ricevuto tre offerte, ne abbiamo selezionato una estremamente importante di un fondo internazionale su cui nei prossimi giorni ragioneremo per portare al cda la proposta di un’esclusiva definitiva entro martedì». Fiorentino ha aggiunto che per quanto riguarda la vendita del Pos «siamo in esclusiva con l’Istituto delle banche popolari e chiuderemo l’operazione comunque entro il 31 dicembre del 2017».
Quanto ai momenti di tensione con le banche del consorzio, Fiorentino ha spiegato che «le condizioni di mercato, che all’inizio dell’operazione erano eccellenti, si sono via via deteriorate, per motivi legati, tra le altre cose, all’addendum Bce e all’aumento di capitale abbastanza sorprendente nella misura e nei target di un nostro concorrente (Creval, ndr), quindi abbiamo dovuto riprofilare il rischio dell’operazione per le banche e aumentare il commitment, questo ha reso le banche tranquille. Lo abbiamo fatto, e ci è costata una certa fatica. Alla fine siamo arrivati a questo aumento di capitale, che è a metà tra un aumento di capitale e un private placement. Non è c’è mai stata dialettica tra gli azionisti, ma tra la banca e il consorzio».