Dopo l’approvazione del nuovo statuto, atto necessario per poter proseguire con il percorso intrapreso dalla nuova giunta del Comune di Genova di mantenere Amt come società in house, giovedì è previsto l’incontro tra il sindaco della Città Metropolitana e i soci di Atp spa (Città metropolitana di Genova col 50,53%; Amt Genova spa col 45,63%, il resto diviso tra i Comuni di Chiavari, Rapallo, Sestri Levante, Lavagna, Santa Margherita Ligure e provincia della Spezia), la cui fusione con Amt è lo step successivo per poter evitare la gara e realizzare l’in house providing.
Ci sarà una riunione per stabilire la possibilità di concambio delle azioni e il mantenimento della rappresentatività dei piccoli Comuni, come ha anticipato in commissione comunale dedicata ad Amt a Palazzo Tursi il vicesindaco Stefano Balleari, convocata su richiesta del Movimento 5 Stelle.
Quella di ieri è stata anche la prima uscita ufficiale per il nuovo amministratore di Amt Marco Beltrami, che non ha parlato del nuovo piano industriale («Sarebbe poco serio, visto che sono entrato da pochissimi giorni»), ma ha chiesto un cambio di mentalità: «L’immagine che spesso si ha all’esterno non corrisponde a quella che è la realtà, Amt è un’azienda che è stata in grado di funzionare e reagire autonomamente a fatti esterni che hanno paralizzato mezza città, come per esempio nel recente sciopero dell’autotrasporto. Ho trovato capacità notevoli, che si sono sentite poco considerate, ho trovato un dossier di progetti di cambiamento molto ricco. Il mio obiettivo è liberare queste energie, farle emergere, in modo che Amt sia più innovativa, smart e possa dare un servizio migliore ai cittadini, con più km, pulizia e puntualità».
Si attendeva anche l’assessore regionale ai Trasporti Gianni Berrino, per avere risposte su ciò che intende fare la Regione per favorire il processo in atto, visto che al momento la legge regionale vieta l’affidamento diretto senza gara, ma i contemporanei impegni di giunta lo hanno tenuto lontano, tanto che sia Cristina Lodi (Pd), sia Guido Grillo (Forza Italia) hanno chiesto di convocare la prossima commissione in base all’agenda di Berrino.
Le domande senza risposta sono diverse: come si rimedierà al blocco del cosiddetto fondino? (vedi box) Quando arriveranno gli 82 mezzi promessi dalla Regione? (Ne occorrerebbero 280 da qui al 2020 per raggiungere media europea). Come risolvere la questione di Atp esercizio, che ha i dipendenti che servono alla newco che scaturirà dalla fusione, ma ha un azionista privato e quindi incompatibile con le leggi sull’in house? Il tempo stringe: la scadenza del 30 settembre, come termine ultimo per l’affidamento inhouse senza incorrere in sanzioni è ormai passata, Balleari ha assicurato che la fusione avverrà entro il 30 novembre, glissando sulla questione Atp Esercizio, un nodo che prima o poi verrà al pettine, ma entro fine anno occorrerà bandire le gare per tutti quei servizi che non sono stati affidati in house. Capitolo sanzioni per non aver rispettato quanto contenuto nel decreto legge del 24 aprile 2017 (convertito il 21 giugno) all’articolo 27: i servizi di trasporto pubblico non affidati con procedure di evidenza pubblica subiranno una riduzione, attraverso il fondo trasferito alla Regione, che può arrivare sino al 15% in meno, per Amt si tratterebbe di circa 15 milioni, salvo gli affidamenti in house entro il 30 settembre 2017, sicuramente non il caso genovese.
A luglio Regione Liguria era stata bacchettata dalla Corte dei Conti per l’assenza di un piano regionale di trasporti, inoltre lo stanziamento di un milione all’anno (il fondino) sino al 2026 non sarebbe chiaro come verrebbe coperto, secondo la magistratura. Il fondo serviva per pagare le procedure di esodo anticipato e la mobilità del personale delle aziende di trasporto liguri, è quindi riservato a spese correnti, e non di investimento, come prevede la legge, per questo è stato bloccato. «La Regione ci ha assicurato che si sta impegnando per rimborsare i soldi per l’esodo in qualche modo», dice Balleari, puntualizzando che delle 100 persone che potrebbero andare in pre-pensionamento, 60 sono legate alla questione lavori usuranti, quindi il numero potrebbe scendere a 40. L’interesse di Amt è comunque nel favorire il ricambio, perché il personale giovane, oltre che più motivato, sarebbe anche molto meno costoso.
Cosa ne pensano i sindacati
I sindacati si dicono disposti a collaborare ma anche preoccupati: «Speriamo di portare a termine questo percorso complesso – dice Santo Pugliese della Fit Cisl – vigileremo che non ci siano colleghi di serie A e di serie B dopo la fusione».
Luca Lagomarsino dell’Ugl ricorda che gli ultimi autobus lunghi 10 metri sono arrivati nel 1999 e che sono stati troppi gli anni in cui non c’è stata programmazione sul trasporto pubblico locale: «Inoltre il bacino unico di colpo è stato azzerato grazie alle proteste di qualcuno, anche di qualche azienda. Eppure il taglio di 3 milioni che ha subìto Amt dal fondo per il tpl trasferito a livello regionale, è stato assorbito internamente, senza tagliare chilometri, i lavoratori si sono anche tassati per non avere un bilancio in perdita, il nuovo amministratore deve stimolare un rinnovamento interno per scrollare di dosso vecchie tipologie lavorative che non hanno più senso di esistere».
Per Maurizio Rimassa (Usb), la questione più complicata sarà proprio quella di Atp Esercizio: «L’obiettivo è portare i dipendenti dentro il nuovo soggetto? Soluzioni differenti non sono accettabili, altrimenti si configura una subconcessione esposta a tutti i venti possibili».
Secondo Giuseppe Gugli (Uiltrasporti) occorrerebbe sapere dove verranno trovate le risorse per realizzare questo progetto.
Edgardo Fano della Faisa Cisal si accontenterebbe di avere almeno una rassicurazione sul diritto di prelazione per le azioni di Autoguidovie, o la conferma che dal Patto per Genova possano arrivare 5 milioni per Amt e 5 per Atp: «Non vorrei che uscisse un piano industriale che dice che dobbiamo lavorare di più, non esiste proprio, visto che siamo a 100 persone in meno rispetto a 5 anni fa».
Andrea Gamba (Filt Cgil), teme che, in caso di piano B (la gara), l’azienda non sia strutturata per affrontare un cambio di direzione, ma Balleari replica: «saremo pronti per vincerla, l’eventuale gara». Il rappresentante della Filt evidenzia anche che non è ancora stato chiarito se ci sarà la proroga dei contratti di servizio al 2018 (Berrino avrebbe dovuto concordarlo a Roma) e che l’altra questione è sul fronte legislativo, con le tre authority Art (Autorità di regolazione dei trasporti), Agcom (Autorità per le garanzie delle comunicazione) e soprattutto Anac (Autorità nazionale anticorruzione, che ha redatto questo documento per gli affidamenti in house a cui occorre iscriversi entro il 30 novembre), che hanno notevoli poteri.
I dubbi dell’opposizione
Stefano Bernini (Pd) vorrebbe garanzie reali: «I tempi sono ormai scaduti e questo porterà delle difficoltà, entro il 31 dicembre sarà molto difficile consegnare il servizio unificato pur avendo fatto l’accordo, ci sono diversi scogli contro questo piano: la legge Madia, il codice degli appalti. È espressamente vietato dare il servizio in house a una società che ha dentro un privato e Atp esercizio ha Autoguidovie, che tra l’altro ha diritto di veto. Entro il 30 settembre si sarebbe dovuto eliminare questo problema, il rischio è che tutto il processo sia inficiato da questo vulnus iniziale».
Entro il 31 dicembre è effettivamente difficile pensare che il servizio venga affidato ufficialmente, è quindi necessaria una proroga: «Sarebbe anche utile sapere se la proroga è stata chiesta, anche se il Comune per ora non ha ancora niente in mano. Il bilancio della dovrebbe comunque tener conto a priori della penalità, anche se si scommette sulla modifica della norma».
Cristina Lodi (Pd) aggiunge: «In assestamento di bilancio non sono stati previsti fondi per Amt, avevamo proposto un emendamento che desse concretezza alle parole, ma è stato rifiutato».
Per Gianni Crivello (Lista Crivello) il timore è che, per esigenze elettorali si stia facendo un percorso che non si è in grado di mantenere, creando un danno enorme al tpl.