Candidato unitario ma congresso aperto al confronto tra diverse proposte: le due aree principali del Pd genovese, quella renziana e quella orlandiana, convergono sulla figura di Alberto Pandolfo, renziano, ma al congresso provinciale – la fase congressuale inizierà alla metà di ottobre e si concluderà a fine mese – si confronteranno diversi documenti programmatici. È questo l’esito delle discussioni che si sono avute nei giorni scorsi tra orlandiani e renziani e all’interno stesso delle due aree.
Questa mattina si è tenuto l’incontro conclusivo tra gli orlandiani Alessandro Terrile (ex segretario provinciale), il deputato Mario Tullo, l’ex capogruppo a Palazzo Tursi Simone Farello, Simone D’Angelo e Giulia Celano,e i renziani Simone Regazzoni, Victor Rasetto, Massimiliano Morettini, Michela Fasce e Marina Costa.
Pandolfo sceglierà i componenti della segreteria. Per quanto riguarda l’altro organo fondamentale nella conduzione del partito, la direzione, si è convenuto che i suoi 120 componenti saranno al 60% renziani e al 40% orlandiani. Al nuovo segretario sarà riservata la nomina di 20 membri della direzione, che sceglierà in buona parte tra esponenti del mondo della cultura, del lavoro, dell’impegno sociale. Queste persone saranno chiamate anche a fornire un contributo in termini di analisi e proposte che saranno discusse dall’assemblea. In sostanza, i 100 membri al netto delle 20 scelte di Pandolfo saranno al 55% renziani e al 45% orlandiani.
La proporzione tra renziani e orlandiani riflette in linea di massima i termini della vittoria di Matteo Renzi alle elezioni per la segreteria nazionale e anche la sconfitta del partito a guida orlandiana alle amministrative genovesi.
La guida del Pd genovese passa ora ai renziani.
L’ala radicale dei renziani avrebbe preferito il confronto tra due candidati alla segreteria. Di fronte alla volontà di convergenza su Pandolfo ha dovuto accettare il candidato unitario.
«Ridare orgoglio alla comunità del Pd – dichiara Pandolfo a Liguria Business Journal – è il mio obiettivo di fondo. Dare addosso al Pd è diventato un po’ lo sport nazionale, io credo che di fronte a questi attacchi i nostri militanti debbano ritrovare l’orgoglio di fare parte del Pd, e da questo orgoglio possano trovare la forza per proporre alla città i nostri programmi e le nostre idee. Come ha detto Renzi «I populisti urleranno. Dovremo studiare di più. Ci insulteranno e noi dovremo sorridere. Dovremo aggrapparci alla realtà».