Doveva essere una formalità, invece la nomina di Paolo Piccini ad amministratore unico di Liguria Digitale, in sostituzione di Marco Bucci diventato sindaco di Genova, è stata affossata dai franchi tiratori in consiglio regionale.
In sostanza l’anonimato ha compromesso momentaneamente la compattezza della maggioranza di centrodestra. Il cognome di Piccini è stato storpiato in due casi, mentre qualcuno ha scritto il nome Risso.
“Un evidente messaggio a Toti da parte dei franchi tiratori – scrive in una nota il Movimento 5 Stelle – che, sfruttando l’anonimato, hanno dato una spallata forte a una maggioranza ormai sempre più scricchiolante e divisa su tutto, incapace di mettersi d’accordo su un nome, figuriamoci a dare un indirizzo politico chiaro ed efficace alla nostra regione”.
Il risultato è che Liguria Digitale resta ancora senza amministratore unico a cinque mesi di distanza dalle dimissioni di Bucci. Tutto è rinviato a un nuovo procedimento di giunta, con tempi inevitabilmente dilatati.
«Cio rimanda a un ripensamento del confronto sul futuro di Liguria Digitale e sulla sua programmazione generale – sostiene Gianni Pastorino di Rete a sinistra/Liberamente Liguria – si tratta di un esito negativo per l’intera Regione, per i dipendenti e per tutte le materie che rientrano nella competenza dell’ente, tra cui la sanità, su cui Liguria Digitale esercita una notevole influenza».
Anche il gruppo Pd in consiglio regionale commenta lo scivolone della maggioranza: “Su Liguria Digitale Toti aveva annunciato piena continuità con il mandato del predecessore che significa: continuare a utilizzare l’azienda per la comunicazione del governatore su red carpet e altre inutili attività, anziché per informatizzare la sanità, su cui i risultati sono insoddisfacenti. Di fronte a simili presupposti la sua maggioranza non ha retto”.