Banca Carige? «Un disastro. E in futuro sarà ancora peggio». È quanto dichiara a Liguria Business Journal Giovanni Berneschi, ex presidente del gruppo bancario ligure, oggi nei corridoi della I Sezione penale del Tribunale di Genova dove si discute la causa di sua moglie, Umberta Letizia Rotondo, e dell’ex direttore del Centro fiduciario di Carige, Antonio Cipollina, indagati nell’ambito di un filone dell’inchiesta che ha travolto lo stesso Berneschi.
Secondo l’ex presidente di Carige – ancora azionista della banca – l‘errore strategico è stato la cessione delle attività considerate no core. Dopo le sue dimissioni il gruppo ligure, anche su indicazione della Banca d’Italia, ha ceduto Carige Asset Management Sgr ad Arca e al fondo Apollo Carige Vita Nuova e Carige Assicurazioni. E il nuovo piano industriale messo a punto dall’attuale amministratore delegato Paolo Fiorentino prevede, tra l’altro, la cessione di Creditis per arrivare a un rafforzamento patrimoniale da un miliardo di euro.
«È come – commenta Berneschi – se un fruttivendolo vendesse soltanto carciofi. Non ci andrebbe nessuno, anche i clienti interessati ai carciofi cercherebbero un negozio dove poter comperare altro. La banca è stata impoverita». Anche i mille esuberi previsti da Fiorentino, secondo Berneschi, sono conseguenza di questo errore. «Certo, l’introdozione delle nuove tecnologie sta trasformando il sistema e quando ero in Abi si calcolava che in Italia ci fossero circa diecimila esuberi nel settore bancario. Il numero di dipendenti e filiali va ridotto. Ma c’è modo e modo. Se si fossero mantenute le attività assicurative e di credito al consumo, i dipendenti Carige in esubero sarebbero stati trasformati in promoter finanziari. Ora verranno mandati a casa».
Per quanto riguarda Fiorentino, dice Berneschi, «Non lo conosco. Comunque il suo curriculum è buono e fa ben sperare».