Sottolio o in salamoia (e non dimentichiamo il paté), l’oliva taggiasca, oltre a essere sempre buona, in questi giorni ha avuto il merito di animare la cronaca politica genovese, un po’ estenuata dalla calura. Polemiche d’agosto, a cui vogliamo prendere parte anche noi. Però a modo nostro, e cioè cercando di fornire al lettore dei dati di fatto che gli permettano di giudicare se gli 80 mila euro spesi dalla Regione (o per suo conto da Liguria Digitale) per promuovere questa gloria ligure al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini siano un buon investimento per l’economia regionale oppure no, e al massimo lo siano per l’immagine del presidente Toti, come sostengono Pd e M5S.
Entrambi i partiti di opposizione contestano alla giunta il fatto avere scelto il meeting di Rimini per promuovere la taggiasca. «E adesso Toti dovrebbe spiegare ai cittadini cosa c’entri la promozione delle olive liguri con la kermesse di Comunione e Liberazione», dichiarano in un comunicato congiunto i consiglieri regionali del Pd Raffaella Paita, Pippo Rossetti e Giovanni Lunardon. «Cosa c’entra l’oliva taggiasca con il meeting di Cl, manifestazione che, oltre a non avere nulla di istituzionale, si occupa di tutto meno che di olivicoltura?» chiedono i pentastellati.
E perché non a Rimini? Non era dedicato all’olivicoltura il meeting di Cl ma l’obiettivo della Regione era quello di promuovere il prodotto, non di sottoporlo ad analisi tecniche. Del resto ogni Regione presente ha pubblicizzato quello che riteneva più opportuno per la propria economia. Per esempio, il Trentino ha promosso i suoi comprensori sciistici, la Lombardia i siti dell’Unesco, l’Emilia, tra l’altro, ha presentato le eccellenze gastronomiche della “Food Valley regionale” e l’app “Via Emilia Wine&Food”.
Secondo gli organizzatori della manifestazione «la trentottesima edizione è d’annata per contenuti e anche per numeri. Foltissime la presenze (ne fa fede il numero di scontrini della ristorazione, superiore di duemila unità rispetto al 2016), il fundraising che raddoppia le cifre dell’anno scorso con centomila euro di raccolta, i 10mila mp3 di audioguide delle mostre e naturalmente i 118 incontri con 327 relatori, le 17 esposizioni, i 14 spettacoli con 21mila spettatori, le 31 manifestazioni sportive. Il tutto in 130mila metri quadrati di Fiera (21mila dedicati alla ristorazione), con l’apporto di 2.259 volontari più 400 nel “pre-Meeting”, dal 12 al 19 agosto».
La Regione, da parte sua, ha emesso un comunicato esultante in cui si precisa che «dal 20 al 26 agosto, settimana in cui si è svolta la manifestazione, presso lo spazio espositivo di Regione Liguria dedicato all’oliva taggiasca sono stati distribuiti 10mila braccialetti di silicone con impresso lo slogan scelto per l’iniziativa “La taggiasca siamo noi – #lamialiguria”. Oltre a questo gadget, sono stati distribuiti oltre 50 chili di olive taggiasche sottolio o in salamoia e 8 chili di paté di oliva taggiasca, per oltre 3.000 assaggi, guidati dagli esperti del Consorzio di tutela dell’Olio Dop Riviera Ligure».
A quanto pare, il pubblico c’era, e la taggiasca si è fatta apprezzare. Ma per sapere se 80 mila euro sono una cifra congrua manca ancora qualche dato: quanto grande era lo stand, che servizi erano compresi nel prezzo? E cose del genere. Dati che non siamo riusciti a ottenere dagli uffici della Regione e neppure erano contenuti “nella procedura negoziata” con il fornitore pubblicata on line. Ce li ha forniti Evidentia Communication, concessionario della manifestazione di Rimini.
Eccoli:
• stand di circa mq 70
• durata della manifestazione 7 giorni interi dalle 10.30 alle 24.00
• allestimento a carico del Meeting
• consumo elettrico a carico del Meeting
• elementi di arredo a carico del Meeting
E ora giudichi il lettore.