Nel 2014 la stima ufficiale dell’imponibile evaso in Liguria è di poco superiore ai 6 miliardi di euro. L’economia non osservata a livello regionale nel 2014 (ultimo dato disponibile) incide per il 14,3% sul valore aggiunto, il dato più alto del Nord Italia (12,1% il Nord Ovest, 12,7 il Nord Est), il Centro è a quota 14,8%, il Mezzogiorno al 19,5%.
Il dato risulta in calo rispetto all’anno precedente (15%), ma è in aumento rispetto al 2011 (14,1). Lo rileva l’ufficio studi di Confcommercio elaborando dati Istat.
L’incidenza più bassa è in Trentino Alto Adige (11,3%), la più alta in Calabria (21%).
Il tasso di irregolarità del lavoro, ossia l’incidenza percentuale degli occupati irregolari sul totale in Liguria è cresciuto: dal 10,5% del 2011 al 12,1% del 2014. Anche in questo caso si tratta del valore più alto del Nord Italia.
Confcommercio sottolinea che l’elevata pressione fiscale in Italia “è il riflesso di una spesa pubblica considerevole in assoluto e in percentuale rispetto al Pil”, sostenendo nel contempo che se si applicassero le buone pratiche delle regioni più virtuose si potrebbero recuperare 43 miliardi di evasione fiscale. Lo studio individua cinque cause che favoriscono o meno l’evasione (deterrenza, senso civico, semplificazione, pressione fiscale e percentuale delle imprese sotto i 10 addetti).
Pur mancando informazioni specifiche che permettono di misurare a livello regionale il grado di deterrenza (che dipende dalla probabilità di essere scoperti e dal valore atteso della pena). L’indicatore è stato costruito calcolando la giacenza media dei procedimenti giudiziari civili e la frazione di imprese irregolari sul totale di quelle ispezionate. In Liguria è a quota 0,49, tenendo conto che 0 è la minima deterrenza e 1 la massima deterrenza. La media italiana è 0,40 con punte di 0,61 in Trentino Alto Adige e di 0,15 in Basilicata. In sostanza il deficit di funzionalità nonostante i progressi derivanti dalla razionalizzazione del sistema giudiziario italiano. A Genova la giacenza media delle procedure civili è scesa dai 387 giorni del 2011 ai 313 del 2015. A Trento è calata da 229 giorni a 170, a Messina è cresciuta da 998 giorni a 1.030.
Cresce il senso civico-economico, sempre tenendo conto che 0 corrisponde al minimo senso civico e 1 il massimo senso civico, in Liguria è aumentato da 0,39 nel 2011 a 0,47 nel 2015. Si tratta del quarto maggior incremento in Italia. Significa che anche la valutazione che i cittadini danno di alcuni servizi di primaria importanza per la convivenza civile e cresciuta.
La Liguria è tra le regioni in cui c’è una maggiore difficoltà di adempimento spontaneo dell’obbligazione fiscale: 0,17, al pari della Sicilia (solo il Molise fa peggio con 0,15), mentre è l’Emilia Romagna a guidare questa classifica con 0,54.
Confcommercio segnala, come altro indicatore di evasione fiscale o contributiva, la presenza sul territorio di imprese con addetti sotto le 10 unità: l’incidenza in Liguria è del 96,4% sul totale. La media italiana è 95,4%, con punte del 97,5 in Calabria e un minimo di 93,4% in Trentino Alto Adige.
Da segnalare anche la pressione fiscale locale, che in Liguria ha un tasso dello 0,62, contro lo 0,78 del Trentino Alto Adige e lo 0,43 della Campania. A Genova è cresciuta da 3.750 euro a 4.577.
L’analisi dell’ufficio studi dimostra che con simulazioni sulle cinque cause di evasione, applicando le migliori pratiche su ciascuna delle cinque categorie, si potrebbe recuperare da 200 a 800 milioni di euro per ogni categoria, in totale, nel caso si applicasse uno “shock” (portare ogni Regione ai parametri del territorio più virtuoso) a tutte e cinque le categorie, si riuscirebbero a recuperare ben 2,7 miliardi.
L’emersione di imponibile evaso comporterebbe una ipotesi di restituzione fiscale ai contribuenti in regola delle eventuali sopravvenienze derivanti dall’emersione di imponibile evaso, avvicinando la cosiddetta pressione fiscale legale a quella apparente. Tuttavia Confcommercio non si sbilancia sugli effetti quantitativi in termini di crescita economica e ripartizione più equa del carico fiscale tra contribuenti. A livello nazionale l’emersione di imponibile evaso sarebbe di 86,4 miliardi, il gettito recuperato e restituito 42,8 miliardi.
Parlando di percentuale assoluta, gli shock comporterebbero una riduzione di 2,9 punti percentuali assoluti di tutti i tributi e contributi del nostro sistema fiscale (Irpef, Iva eccetera) oppure una rimodulazione delle aliquote.
Per approfondimenti ecco il documento integrale: Le determinanti dell’evasione fiscale