Un percorso espositivo che rappresenta un primato europeo: Paleoaquarium, il mare al tempo dei dinosauri, è la prima mostra in Europa sugli animali marini nella preistoria. L’idea è della Costa Edutainment, che ha voluto così valorizzare gli spazi dell’ex self service nella galleria Atlantide dell’Acquario di Genova. Apertura sino al 31 marzo 2018. La mostra è una collaborazione tra Costa Edutainment, l’azienda Ett, lo studio paleontologico Prehistoric Minds.
«Non siamo gli unici a far mostre a Genova – dice Giuseppe Costa, presidente di Costa Edutainment – ma questo è un tema davvero poco trattato, abbiamo colto l’occasione di unire la scienza con la tecnologia spinta, visto che abbiamo una quota societaria in Ett, l’azienda genovese che sta realizzando queste cose in tutta Europa».
Ciò che prima veniva letto sui libri o raccontato nei musei con pannelli informativi, oggi si impara con quiz interattivi, guardando riproduzioni a grandezza naturale e video anche divertenti. L’idea, fa capire Costa, è di trasferire la mostra anche in altre strutture del gruppo, per cominciare.
Giorgio Bertolina, l’a.d. aggiunge: «Con la realtà virtuale facciamo vivere l’esperienza di un salto nel passato degli abissi. Speriamo di risollevare questa area della Galleria, che era rimasta un po’ fuori dal circuito turistico, si tratta della prima di una serie di esposizioni».
Il mare al tempo dei dinosauri
Acquario di Genova – Galleria Atlantide
Periodo: dal 15 luglio 2017 al 31 marzo 2018 – Mostra temporanea in anteprima europea
Orari: luglio e agosto 8:30 – 22:30 con ultimo ingresso 21:30
Prezzi: Adulti 13 euro – Ragazzi (4-12 anni) 10 euro – Bambini (0-4 anni) free
Sconto di 2 euro presentando alla casse il biglietto dell’Acquario
«Questa mostra è qualcosa di nuovo che siamo contenti di far partire da Genova – dichiara Giovanni Verreschi a.d. di Ett – questo percorso è inserito in un contesto che possiamo definire cultura 4.0, un settore in cui possiamo essere più vincenti e originali rispetto a tanti partner in Europa».
I paleontologi che si sono occupati della parte scientifica della mostra sono Simone Maganuco e Stefania Nosotti: «Non tutti gli animali del passato sono classificabili come dinosauri, anche se vivevano a quell’epoca», spiega Maganuco. «Ci capita di incontrare visitatori increduli sulla loro esistenza – aggiunge Nosotti – il nostro lavoro si basa sui fossili: una serie di resti che ci danno notizie sulla biologia di questi animali: nidi, uova, contenuti stomacali, embrioni nello scheletro, persino le feci, chiamate coproliti. Il nostro lavoro richiede comunque una ragionata immaginazione. Per fare una metafora è un film raccontato partendo da un trailer: i fossili sono fotogrammi dal passato. Per ricostruire l’aspetto di questi animali dobbiamo studiare l’anatomia comparata, leggere il contesto geologico, fare tesoro delle conoscenze pregresse e utilizzare gli strumenti tecnologici potentissimi che abbiamo a disposizione oggi, come la cronoscopia elettronica e la tac».
L’unica concessione “non scientifica” è la macchina del tempo su cui si viaggia sulle poltrone con i visori di realtà virtuale, poltrone mobili comandate da joystick per un viaggio negli abissi.
500 mq di spazio espositivo, 5 ricostruzioni in scala 1:1, 315 mq di illustrazioni a parete in scala 1:1, 3 esperienze multimediali, 1 area Vr con 10 postazioni di realtà virtuale composte da sedute movimentate e Samsung gear Vr per un viaggio a 360° nel tempo e nello spazio. 180 secondi di video immersivo, consentono al visitatore di immergersi negli Oceani preistorici alla scoperta dei grandi predatori marini come Liopleurodon, Tylosaurus e Cryptoclidus
In occasione del primo weekend di apertura per tutti i bambini una speciale postazione “Face painting” dove potranno farsi truccare, trasformandosi in una delle creature del mare preistorico.
Il percorso
Il percorso inizia all’esterno, nell’area del Porto Antico, con alcuni esemplari di animali marini preistorici che, grazie a installazioni anamorfiche, emergono dal pavimento per catturare l’attenzione del pubblico ed introdurlo al tema della mostra. L’avvicinamento continua con altre immagini preistoriche posizionate sulle colonne sotto l’Acquario di Genova che accompagnano il visitatore all’entrata della mostra.
Punti forti dell’esposizione sono le ricostruzioni degli animali acquatici del passato: un esemplare del plesiosauro Cryptoclidus dal lungo collo, rettile acquatico estinto conosciuto dai più per aver ispirato la leggenda del mostro di Loch Ness; il pliosauro Liopleurodon, strettamente imparentato con i plesiosauri, ma caratterizzato da collo breve e da fauci enormi; l’ittiosauro Ophthalmosaurus, che con la forma del suo corpo, lungo 4-5 metri, rimanda ai delfini dei giorni nostri; il calco di un cranio di Dunkleosteus “pesce” primitivo simile come morfologia esterna alle forme attuali, ma non imparentato con esse; Dunkleosteus visse circa 370 milioni di anni fa, era lungo circa 6 metri e pesava circa una tonnellata. Ultimo modello in mostra quello delle mascelle gigantesche del megalodonte (Charcharocles megalodon), lo squalo più grande che sia mai esistito. Nella postazione Selfie Shark, che conclude la visita alla mostra, i visitatori possono scattare fotografie e selfie portando così a casa un ricordo particolare della visita. (continua dopo la fotogallery)
Come in una radiografia, nella postazione denominata XRay, il visitatore potrà far scorrere un monitor ancorato a rotaie lungo il disegno in vivo del rettile acquatico, stampato su tessuto retroilluminato, e scoprire la parte di scheletro dell’animale corrispondente all’area inquadrata dal monitor. La postazione permette di raccontare l’aspetto in vita dell’animale e ciò che si vede al suo interno allo stato fossile, il suo scheletro e molto altro, in un’unica esperienza intuitiva e sorprendente.
L’animale scelto dai paleontologi co-curatori della mostra per questa sezione è l’Oftalmosauro (Ophthalmosaurus icenicus) un ittiosauro, il cui adattamento acquatico ricalca nella forma corporea e nel tipo di nuoto il modello dei pesci e dei cetacei attuali (convergenza evolutiva; non a caso “ittiosauri” significa “rettili-pesce”).
Accanto a questa postazione è possibile accedere al laboratorio del paleontologo: il laboratorio offre un’esperienza immersiva con effetti di luce spettacolari. Al centro, su un grande monitor, il video ci racconta storie e curiosità sui rettili marini preistorici, con la guida di un iconico paleontologo del passato, Georges Cuvier. Contemporaneamente un altro monitor restituisce immagini delle specie descritte, e, tramite un sistema di controllo elettronico, faretti spot si accendono per portare in luce il reperto corrispondente, esposto sui bordi della sala e fino a quel momento in ombra. Alla fine dell’esperienza, dopo un breve attimo di buio, le pareti della stanza si illuminando e su di esse appaiono schizzi di animali marini preistorici con un effetto fluorescente quasi inquietante, evocando mondi scomparsi che l’uomo non ha mai abitato.
Il laboratorio approfondisce temi pertinenti all’esposizione, soprattutto tramite il video, che vede interagire personaggi carismatici della storia della paleontologia, in una situazione fantastica che li fa dialogare tutti insieme anche se sono vissuti in epoche diverse. Questa scelta ci permette di far conoscere al pubblico alcune tra le più eminenti personalità della storia della paleontologia, raccontando storie divertenti e proponendo in modo accattivante ed efficace, contenuti rigorosamente scientifici.
Il visitatore prosegue l’esperienza giurassica accedendo a un’area di realtà virtuale con 10 poltrone dinamiche per un viaggio a 360° a ritroso nel tempo. Comodamente seduto e con indosso i visori di realtà virtuale (Samsung Gear VR), il pubblico inizia il viaggio su una immaginaria macchina del tempo, partendo dall’Italia dei giorni nostri, facendo una prima tappa in Brasile circa 112.000.000 di anni fa e poi una seconda in Inghilterra, ancora più indietro nel tempo – 163.000.000 di anni fa – dove, nelle profondità marine, ritroverà Liopleurodon e altre specie dell’epoca.
Peculiarità della sala sono le 10 poltrone dinamiche appositamente progettate che, grazie ad un controller manuale permettono ai visitatori di muoversi liberamente nello spazio virtuale, per vivere in modo ancora più realistico e immersivo l’esperienza.
Più di 300 metri quadrati di vetrofania, con una moltitudine di animali marini oggi estinti e illustrati in scala naturale, testimoniano la ricchezza della vita marina preistorica, con specie che per la maggior parte non hanno un aspetto riconducibile alle forme attuali, richiamando immediatamente un mondo perduto e misterioso in cui l’uomo non c’era. Le specie illustrate nella vetrofania rappresentano varie linee evolutive di animali marini estinti, sia vertebrati sia invertebrati, anche molto lontane tra loro, ma l’allestimento si focalizza sui rettili marini dell’Era Mesozoica.
Completano il percorso una sezione con la cartina dell’Italia in cui sono segnalati i più famosi ritrovamenti di specie marine estinte nel nostro Paese e 2 postazioni multimediali: un game intuitivo ed esplorativo, installato su 2 monitor, nel quale i visitatori potranno scavare nel terreno per trovare ossa fossili posizionandole poi correttamente nello scheletro dell’animale marino al quale appartengono e un “Paleoquiz” composto da dieci domande a bruciapelo per saggiare le proprie conoscenze sui mari del passato, in una sfida con altri giocatori o anche da soli.