Chiusura contrastata per le principali borse europee. Parigi ha ceduto lo 0,02% a 5.264 punti, Francoforte ha guadagnato lo 0,32% a 12.713 punti e Londra, nel giorno delle elezioni, ha ceduto lo 0,38% a 7.449 punti. Milano ha terminato in netto rialzo, risultando in testa agli listini europei, con Ftse Italia All-Share a 23.299,90 (+1,33%) e Ftse Mib a 21.042,41 (+1,46%).
L’evento principale di oggi è stata la riunione della Bce, seguita dall’intervento del governatore Mario Draghi a margine del meeting. L’Eurotower ha lasciato invariati i tassi di riferimento, ribadendo che resteranno ai livelli attuali vper un periodo di tempo prolungato e ben oltre l’orizzonte del programma di acquisto titoli . Alla luce della recente volatilità dei prezzi, dovuta soprattutto alla componente energetica, la Bce ha rivisto al ribasso le proiezioni sull’inflazione nel triennio 2017-2019, portandole rispettivamente all’1,5%, all’1,3% e all’1,6 per cento. Nel contempo sono state alzate le stime sul Pil, rispettivamente all’1,9%, all’1,8% e all’1,7% nei tre anni. In mattinata il Pil dell’Eurozona relativo al primo trimestre ha battuto le aspettative degli analisti, segnando una crescita dello 0,6% su base trimestrale e dell’1,9% rispetto all’anno precedente.
Dagli Usa è arrivata la notizia che all’audizione al Senato James Comey, ex capo dell’Fbi, ha affermato che Trump ha mentito su di lui e sull’Fbi stessa e che la Russia ha indubbiamente interferito nelle elezioni americane.
Su Milano ha influito in misura determinante lo stop alla riforma elettorale, che allontana l’ipotesi di elezioni anticipate con la conseguente incertezza sul futuro scenario. Quando, a metà seduta, il relatore del Pd Emanuele Fiano ha detto che «la legge elettorale è morta» i listini hanno avuto uno scatto. Reazione anche nell’obbligazionario, con lo spread Btp-Bund che si riduce a 189 punti base e il rendimento del decennale italiano in diminuzione di circa 13 basis point al 2,15 per cento.
A Piazza Affari bene i finanziari, nella previsione di una soluzione per il salvataggio delle banche venete: Bper +3,71%, Banco Bpm +2,28%, Unicredit +3,22%, Intesa Sanpaolo +1,02%%, Mediobanca +1,73%, Generali +1,75%, Ubi a +1,67%. Brillante Carige (+4,51%), dopo il calo degli ultimi giorni, in previsione di una conclusione, nel cda di domani, della crisi aperta dallo scontro tra il vicepresidente Vittorio Malacanza e l’ad Guido Bastianini
Bene anche energetici: Enel +3,04%, Eni +0,73%).
Tra gli industriali, Ferrari in rialzo dell’1,68%, Leonardo a +2,05%, in controtendenza Fca che è arretrata dell’1,13%.
Positivi Telecom Italia +0,24% e Mediaset con un +0,93%. Male Ferragamo (-3,5%), dopo il downgrade di MainFirst, che hanno rivisto al ribasso la raccomandazione portandola ad ‘underperform’ con target price a 22 euro.
Ancora un tonfo del titolo Juventus Fc (-10,45%), in seguito alla sconfitta nella finale di Champions League a Cardiff contro il Real Madrid.
Sul Forex l’euro arretra rispetto al dollaro, scendendo a 1,122. Il dollaro resta in area 110 yen mentre la sterlina rimane a quota 1,294 dollari in attesa dell’esito delle urne.
Tra le materie prime il petrolio scambia poco distante dai valori della chiusura precedente, con Wti e Brent rispettivamente a 45,8 e a 48 dollari al barile. L’oro, buca al ribasso i 1.280 dollari l’oncia.