«La gestione della Go Imperia sul porto turistico aveva la sua scadenza il 30 aprile. Mentre tutti si aspettavano che la società chiedesse una proroga, è stata invece presentata un’offerta di acquisto che, nel caso venisse accettata, farà diventare pubblico il porto. Da anni lo Stato ha tolto delle risorse ai Comuni, che devono cercare fonti di reddito alternative. Per Imperia questa è rappresentata dal porto».
Così l’amministrazione comunale di Imperia, ieri, ha reso pubblica «l’offerta irrevocabile d’acquisto», come conferma il vicesindaco e assessore con delega al porto Giuseppe Zagarella. L’offerta è di 7,5 milioni meno alcune deduzioni (calcolate in 909 mila euro) che GoImperia intende saldare a rate, con la garanzia del rinnovo del titolo concessorio per ulteriori 4 anni dal 2018 e dunque fino al 2022. «Intanto faremo richiesta per una concessione demaniale marittima pluriennale – aggiunge sempre Zagarella – che ci permetterà di fare investimenti e di completare il porto sotto una regia pubblica, come avevamo annunciato in periodo elettorale».
«Venerdì 28 aprile – dice l’amministrazione in una nota – la GoImperia ha inviato ai curatori del Fallimento della Porto di Imperia spa la proposta di acquisto di azienda dando seguito agli impegni assunti con il contratto di affitto con la curatela, rispettando le prerogative del Comune di Imperia (che con la Go persegue i sui fini istituzionali), perseguendo la tutela dell’interesse pubblico e, indirettamente, quello del ceto creditorio interessato dal Fallimento della Porto spa. Le norme di settore che interessano i fallimenti consentono il pagamento dilazionato del prezzo di vendita dell’azienda fallita pattuito con la curatela e così è stato fatto. La copertura finanziaria per l’acquisto d’azienda è garantita dal titolo concessorio».
«Dal corrispettivo di 7,5 milioni di euro si detrarranno 408 mila euro per somma canoni affitto azienda pagati in conto acquisto; 110 mila euro cessione “travel lift”; 280 mila somma per canoni affitto sino a fine anno; 111 mila euro di lavori per garantire agibilità a porto. La Go Imperia intende così sostenere l’operazione con la propria capacità finanziaria, tramite i flussi di cassa generati dalla gestione dei posti barca del porto e dalla gestione dei parcheggi della Città (con l’incorporazione di Imperia Servizi) chiedendo al Comune di Imperia fornire ogni idonea garanzia per l’acquisto dell’Azienda. Parallelamente, la GOImperia ha presentato istanza per il rinnovo e l’estensione della Concessione demaniale marittima rilasciata a seguito della decadenza di quella della Porto di Imperia SpA dopo il suo fallimento. Le vicende giudiziarie pendenti sia sul fallimento che sulla concessione demaniale marittima non muteranno gli impegni dell’Amministrazione che, attraverso la sua partecipata, ha deciso di accettare l’eredità pesantissima del porto turistico cercando le migliori soluzioni e benefici per la Città e per chi ha creduto e investito nella nostra terra incappando nelle vicende fallimentari di Porto Imperia spa e Acquamare».
«Sarà uno sviluppo portuale più adeguato alle dimensioni di questa città» – ribadisce a Bizjournal Zagarella. Per completare il porto quanti soldi servono? «Per le opere a mare diciamo 25 milioni, ma ci metto tutto ciò che è relativo alla fruibilità portuale: distributore di carburante, accessi per strade, ciclabile, percorsi pedonali, ma anche analisi, depurazioni, smaltimenti di terre inquinate. Se invece si parla anche delle opere a terra, ad esempio le palazzine, ce ne vogliono di più. Ma abbiamo scelto di portare sotto una regia pubblica il completamento dell’opera. È chiaro che i privati possono avere un ruolo, in sinergia, laddove è il pubblico che termina il porto». La controversia con gli ex proprietari degli ormeggi? «Abbiamo già composto la questione con molti di loro, rimane una parte degli iscritti a una associazione e molte di quelle questioni si stanno dipanando. C’è una ragionevole aspettativa che possano risolversi tutte». Primo obiettivo? «Nelle more della concessione pluriennale, ottenere quella quadriennale fino al 2022, per la quale non dovrebbero esserci motivi ostativi. Intanto il piano finanziario fa leva sulla cessione dei posti barca residui, ma a noi preme acquisire tutte le carte in regola dal punto di vista giuridico e normativo per portare a termine l’intervento, ripeto, con mano pubblica».