Carige verso la redditività tra piano industriale e azioni legali. La meta è raggiungere nel 2020 ricavi per 756 milioni di euro. Il percorso per arrivarci passa per la gestione delle sofferenze, un aumento di capitale, un intervento pesante sulla rete operativa e un’ancora maggiore attenzione ai costi.
Il piano strategico dello scorso 28 febbraio tratta principalmente il tema sofferenze, che non è una priorità solo per Carige, ma per tutto il sistema bancario italiano. La banca genovese ha deciso però di affrontarlo in un modo originale, con un approccio prudente e attento a non penalizzare i suoi azionisti, già fortemente provati dalle vicissitudini degli ultimi anni.
Carige procederà con la cartolarizzazione di circa 950 milioni di sofferenze, che dovrebbe concludersi nei prossimi mesi, ma per gestire gli altri crediti deteriorati verrà creata una “società veicolo” ad hoc. Questa soluzione soddisfa le richieste della Bce, tra l’altro con largo anticipo, e dovrebbe permettere a Carige di realizzare più di quanto riuscirebbe vendendo i crediti sul mercato nell’attuale contesto, dopo che la cessione di Unicredit ha influenzato negativamente il mercato dei Gacs.
Gli attuali azionisti saranno azionisti anche della nuova società veicolo e manterranno i benefici derivanti dall’ottimizzazione del recupero dei crediti ceduti, ma Carige non avrà nessuna partecipazione. Per sostenere questo progetto il piano strategico prevede
un aumento di capitale fino a 450 milioni di euro.
Per il rilancio della banca verrà inoltre realizzata una nuova razionalizzazione della rete vendita con la chiusura di 89 filiali (nel 2016 le chiusure sono state 37). Sarà ottimizzato il nuovo modello commerciale partito tra il 2015 e il 2016, dando sempre più autonomia alle filiali e investendo in tecnologia e innovazione. È poi allo studio un progetto di space management per le unità di supporto della rete di vendita, che oggi occupano diversi palazzi nel centro di Genova.
È infine prevista l’uscita di altre 155 risorse, dopo l’esodo di 600 dipendenti ancora in corso.
Se la rotta è stata tracciata, ora Carige dovrà affrontare alcune tempeste nel tentativo di raggiungere la meta. Non solo lo scontro sindacale per la riduzione delle filiali (in alcune zone i dipendenti saranno difficilmente ricollocabili) e delle risorse. Ma anche la causa milionaria contro il fondo Apollo – che chiede a sua volta i danni alla banca – e gli ex vertici. Questa settimana si è svolta la prima udienza di fronte agli arbitri che devono verificare il contraddittorio e di stabilire i termini per le difese delle parti.
La prossima importante tappa di questo percorso è il 28 marzo, in cui l’assemblea dei soci dovrà ratificare l’azione legale avviata dal consiglio di amministrazione.