Un milione di euro per accelerare lo sviluppo delle start up innovative di Genova è previsto per un bando di prossima pubblicazione. Lo ha annunciato l’assessore comunale allo Sviluppo economico Emanuele Piazza che questa mattina ha presentato gli esiti degli incontri avuti con le realtà produttive genovesi per conoscerne idee, proposte e difficoltà.
Il bando, sviluppato dal Comune in co-progettazione con Confindustria, Camera di Commercio, forze della cooperazione sociale, Iit, Università, individua come settori prioritari di intervento quelli delle Scienze della vita, dell’Industria 4.0, delle Smart City e delle Tecnologie del mare.
La finalità dell’iniziativa è incentivare start-up attive, con sede legale e operativa a Genova che necessitano di un particolare supporto nella fase cosiddetta di accelerazione, in cui il tasso di mortalità risulta particolarmente elevato.
Il finanziamento di 1 milione di euro sarà erogato in parte come contributo a fondo perduto e in parte come finanziamento a tasso agevolato dello 0,50% annuo, che potrà incentivare l’ingresso nei progetti di altri soggetti, pubblici o privati, come partner finanziari ed imprenditoriali.
Il viaggio tra le imprese ha permesso a Piazza di conoscere «storie imprenditoriali in una città caratterizzata sempre più da un tessuto di piccole e medie imprese capaci di esprimere elevate potenzialità nell’ambito creativo e tecnologico e che, nella nostra città, contano ormai diecimila occupati, dieci volte quelli dell’Ilva, realtà molto più conosciuta.
Genova, secondo l’assessore «troppo spesso si è adagiata su rendite di posizione, con un sistema politico-istituzionale troppo debole per riuscire a traghettarla verso il futuro. Il nostro percorso, però, dimostra che la città è vitale e può contare su eccellenze di livello internazionale, pensiamo alla robotica e alla meccanica di precisione, al complesso Università- Iit e imprese come Ib, Telerobot Labs, Tag Control. che ha raggiunto livelli mondiale, alle riparazioni navali e al refitting dei grandi yacht, dove si esprimono un artigianato di qualità e una tecnologia sofisticata, con aziende lanciate verso lo sviluppo attraverso un altissimo livello di innovazione, sperimentazione e tecnologia: Cooperativa I paratori, consorzio Abaco, Circle, Amico & co, Consorzio Liguria produce, Schwarz & c.. Pensiamo alla filiera energetica, all’innovazione digitale e all’impresa creativa. Ho trovato una città capace di esprimere un artigianato di qualità e servizi ad alta specializzazione».
«La città – ha sottolineato Piazza – è ancora viva grazie a un tessuto di imprese e di lavoratori che non si nascondono dietro rendite di posizione consolidate ma lavorano sodo, innovando e cercando sempre nuovi prodotti e nuovi mercati. L’innovazione viene anche da grandi industrie “4.0” come Abb e Ansaldo Energia e da riconversioni industriali come quella nelle aree dell’ex centrale del latte dove sta nascendo un nuovo polo industriale con numerose aziende che si insedieranno nel primo semestre 2017: Azienda Chimica Genovese, Newlab, RM Società Cooperativa, Habitaria Sistemi, Ferrotrade, Forza Motrice, Amico, Impre.Ge, Concessionaria Audi».
L’innovazione «è protagonista anche per le aziende che si occupano di trasferimento tecnologico e innovazione digitale: gruppo Fos, Simas – Divisione Elkrom, Engineering, Ett, Maps Engineering, Colouree, Io consiglio, Camelot). In questo gruppo di imprese l’innovazione digitale incontra le piccole e grandi trasformazioni urbane, occupandosi di riorganizzazione delle città, beni culturali, settore biomedicale, ma anche di sicurezza dei dati, della Cyber Security, di progetti e visioni per piattaforme di Smart Cities. E nella Genova Creativa di Villa Bombrini a Cornigliano tante sono le pmi e le energie investite in un polo dove si possono incontrare leader mondiali dei giochi in realtà virtuale, esportatori di tecnologie di telecontrollo per illuminazione pubblica ed agenzie di comunicazione: Qxperts, Pegaso Newsport, Coccodé Creative, Foofa studios, Kulta».
«Abbiamo visto inoltre – ha proseguito Piazza – un metodo di lavoro che fa della responsabilità sociale di impresa, dell’attenzione alla filiera del prodotto, della cura del territorio un punto qualificante di molte imprese genovesi. Emerge un sistema di cooperazione che ha nell’innovazione sociale e tecnologica un punto qualificante della proprie sfide future che tiene insieme gli utili e il profitto con l’attenzione alle persone, ai territori, alla qualità dei prodotti e delle filiere: Social hub, Condiviso, Grafica kc, i Provenzali, Parodi & Parodi».
Esperienze fortemente innovative «sono presenti nella nostra città anche nell’artigianato, dove la tutela del patrimonio artistico è affidata a percorsi di ricerca altamente professionali (Studio Fasce Restauro, Marmisti di Staglieno) e la specificità della tradizione artigianale viene affiancata da tecnologie applicate al ciclo naturale che permette la selezione e la commercializzazione in tutto il mondo di prodotti di altissima qualità: Pesto di Prà, oleificio Santagata».
L’innovazione, infine, «consente anche di fornire servizi all’avanguardia per la città universitaria, sportiva e per internazionalizzare il sistema produttivo: Qsa Tech, Stadio di Albaro- Arena Albaro, Tatabox».
Bisogna però che queste realtà lavorino in rete. «Genova – ha concluso Piazza – è abituata a lavorare a isole. Così non si va da nessuna parte, ormai la competizione avviene tra sistemi territoriali fatti di realtà interconnesse. Su questo fronte si incontrano ancora molte resistenze ma da parte delle imprese la richiesta di interconnessione è forte»