Poche emozioni sui mercati nelle ultime due settimane del 2016 e durante la prima del 2017, caratterizzate da scambi ridotti e trascurabili scostamenti. I principali indici macro continuano a sottolineare un’accelerazione della crescita economica globale, nonostante questa presenti importanti differenziazioni a livello geografico.
I mercati azionari stanno traendo beneficio da queste indicazioni, quello europeo continua ad affermarsi su livelli prossimi ai top di periodo, mentre quello a stelle e strisce è vicino ai massimi di sempre: ci si aspetta a brevissimo il Dow Jones sopra i 20,000 punti. Per il momento il cammino dell’azionario sembra orientarsi verso nuovi massimi; nel breve periodo non si individuano catalizzatori che possano interrompere questo trend.
Le minutes della Fed, uscite mercoledì, non hanno aggiunto nulla di nuovo a quanto già si sapeva. L’economia statunitense è proiettata al rialzo e conseguentemente anche i tassi monetari dovranno intraprendere tale andamento (previsti 3 rialzi nel 2017). Unico punto di incertezza, sul quale i membri del comitato hanno speso qualche riflessione, riguarda le modalità e la tempistica di attuazione del piano di allentamento della politica fiscale annunciato da Trump: in base alla velocità e incisività dello stesso ci si potranno attendere riflessi più o meno forti sull’andamento della crescita economica americana.
A livello europeo i principali dati economici hanno riguardato l’inflazione, in crescita del 1,1% rispetto all’anno precedente. Un risultato leggermente sopra le stime degli analisti a causa dell’influenza e della volatilità del contributo derivante dalla componente energetica.
A livello nazionale l’attenzione rimane concentrata sulle banche, nonostante l’ottimo andamento del settore finanziario italiano, che nel solo mese di dicembre ha recuperato il 25%. Le incertezze continuano a permanere sui prossimi sviluppi della ricapitalizzazione di Monte Paschi. L’andamento di questa operazione sta destando l’interesse di molti addetti ai lavori: si ritiene che lo schema di intervento governativo adottato per Mps possa diventare un modello da cui partire, per eventuali nuovi futuri interventi pubblici nei capitali bancari. L’appoggio diretto dello stato nel capitale dell’istituto senese, comporterà l’automatismo della conversione del debito subordinato in azioni, con probabili importanti distinzioni di trattamento sulla base dello status dell’investitore, sia questo retail o istituzionale.
Sul mercato obbligazionario, nell’ultima settimana del 2016, si è assistito a un recupero dei governativi denominati in euro. Movimento che è stato però vanificato dal cattivo andamento registrato nella prima settimana di gennaio, riportando i titoli sui livelli di metà dicembre.
Per quanto riguarda l’andamento valutario, le sessioni sono state poco movimentate, con il dollaro e la sterlina stabili nei confronti dell’euro, le principali divise emergenti hanno guadagnato terreno nei confronti delle hard currencies a eccezione della lira turca, ancora una volta penalizzata dall’instabilità interna.
Questa settimana negli Usa sono attesi i dati relativi alle vendite retail, insieme ai quali uscirà anche il livello dei prezzi alla produzione. Sempre oltreoceano per venerdì sono attesi i dati occupazionali riguardanti la creazione di nuovi posti di lavoro. In Eurolandia è previsto il dato sulla disoccupazione, che dovrebbe rimanere sotto il 10%.