Impennata di bar e ristoranti negli ultimi cinque anni, anche in Liguria. Gli ultimi dati Unioncamere-Infocamere sui dati del Registro delle imprese italiane mostrano come tra 2011 e 2015 queste attività imprenditoriali siano aumentate del 9,3%, passando dai 335.325 del 2011 ai 366.569 registrate al 31 dicembre 2015, con oltre 31 mila unità in più.
In Liguria la crescita è del 5,4% e corrisponde, in valori assoluti, a 730 esercizi in più in cinque anni. A dicembre 2011 si registravano 13.486 attività, diventate 14.216 a fine 2015. Nel dettaglio, il comparto più dinamico è quello della ristorazione, con una variazione del +7,1% in Liguria: qui i ristoranti passano dai 7.019 del 2011 ai 7.519 del 2015. Bar ed esercizi senza cucina crescono del 3,6% e passano dai 6.467 del 2011 agli attuali 6.697 (+230 unità). Dinamica simile a livello nazionale: ristoranti in crescita dell’11%, bar +7,4%.
Per quello che riguarda la ristorazione, quella di Genova è una delle province in cui si registra la crescita maggiore in termini assoluti: dalle 3.374 attività del 2011 si passa alle 3.620 del dicembre 2015, pari a 246 imprese in più (+7%). I 1.600 ristoranti di Savona sono diventati 1.738 nel 2015 (138 nuove unità, +8,6%). Alla Spezia si passa da 1.001 a 1.099 imprese di ristorazione (98 realtà aggiuntive, +9,8%). Infine, crescita più moderata a Imperia, dove i ristoranti passano da 1.044 a 1.062 (18 nuove attività, +1,7%).
Guardando invece ai bar e agli esercizi senza cucina, Savona si dimostra la più vivace (sempre in termini assoluti): queste imprese aumentano di 150 unità, passando dalle 1.323 del 2011 alle 1.473 del 2015 (+11,3%). Segue Genova, con 108 esercizi in più in cinque anni: 3.198 nel 2011, 3.306 nel 2015, con un trend in crescita del 3,4%. Aumento registrato anche nello spezzino, dove le caffetterie aumentano di una trentina di unità, passando da 748 unità del 2011 alle 778 del 2015 (+4%). Imperia (addirittura fanalino di coda in Italia) è invece l’unica provincia ligure a registrare un calo di questo tipo di attività: negli ultimi cinque anni i bar passano da 1.198 e 1.140, restringendosi di 58 unità (-5%).
Un boom, quello di ristoranti e caffetterie, che non è però sempre accompagnato dalla continuità imprenditoriale: solo in pochi riescono a tenere in piedi la propria attività a cinque anni dalla nascita. Delle imprese nate nel 2011, 3 su 4 hanno abbassato la saracinesca entro cinque anni e oltre il 45% non è riuscita a resistere al terzo anno di vita. Un fenomeno che non è però diffuso ovunque: in alcune grandi città italiane i numeri migliorano sensibilmente. È il caso di Milano, Napoli, Roma e Firenze, dove i livelli di mortalità delle attività iscritte nel 2011 sono inferiori alla media nazionale. In particolare le attività di ristorazione più “resistenti” si trovano nel capoluogo toscano dove il 57% di queste risulta ancora sul mercato dopo un lustro. Bar e caffetterie sembrano invece avere vita più facile a Roma, dove il 49% degli esercizi supera la prova dei cinque anni.