Una combinazione di tassi crescenti e moderato rialzo della volatilità ha portato a un ulteriore appiattimento delle performance dei principali listini azionari e a un importante ritracciamento sui mercati obbligazionari. I movimenti descritti riflettono, secondo gli esperti, un ritracciamento fisiologico, e non sono espressione di un deterioramento dei fondamentali macroeconomici.
Il Fondo Monetario si aspetta, nel proprio scenario base, una crescita dell’economia mondiale del 3,1% nel 2016 e del 3,4% nel 2017. L’Asia emergente rimarrà, nell’orizzonte previsionale considerato, il principale motore di crescita dell’economia mondiale. L’istituto di Washington ha osservato che il rialzo dei prezzi delle materie prime, l’allentamento delle preoccupazioni sulla tenuta della crescita in Cina, e le aspettative di ulteriori allentamenti delle condizioni monetarie nelle economie avanzate hanno generato una riduzione dei rischi di breve termine per la stabilità finanziaria globale. Nel post Brexit, dopo essersi stabilizzata attorno a un valore di 0,83 contro euro per tutto il periodo giugno/agosto, la sterlina ha ripreso a indebolirsi in modo piuttosto vigoroso, toccando quota 0,90, un valore ora perfettamente in linea con la stima Ocse di parità del potere d’acquisto.
Negli Usa la robusta, e inattesa, accelerazione di Ism manifattura e servizi ha fornito una importante conferma del fatto che l’economia americana sta continuando a percorrere un sentiero di crescita economica moderata. L’ulteriore discesa delle richieste di sussidi (mai così basse dalla seconda metà degli anni Settanta a oggi) e la crescita ancora sostenuta dei salari non agricoli confermano il quadro descritto in precedenza. Meno confortante, e da monitorare attentamente nei prossimi mesi, il rialzo del tasso di disoccupazione, che dal minimo del 4,7% di fine maggio e successivamente salito all’attuale 5%. Come osserva Armen della Fed di Dallas, una piccola risalita del tasso di disoccupazione ha fatto da preludio a quasi tutte le recessioni dagli anni Sessanta.
In Cina, a settembre, le riserve valutarie si sono contratte dello 0,59%, passando da 3.185,17 a 3.166,38 miliardi di dollari. Si tratta di un calo che, seppure superiore alle attese, segnala comunque un rallentamento nel loro tasso di contrazione, dopo il crollo verificatosi tra giugno 2014 e febbraio 2016. Gli indici Pmi Caixin hanno tuttavia segnalato che l’attività economica ha continuato nell’ultimo mese a espandersi, sebbene a un tasso inferiore a quello di agosto.
Tra i principali market mover della settimana sono da segnalare negli Usa il Minute del Fomc, da cui dovrebbe emergere un orientamento di complessiva cautela, e i dati relativi alle vendite al dettaglio e indice di fiducia dell’Università del Michigan. Gli esperti si aspettano che entrambe le statistiche continueranno a evidenziare una buona tenuta dei consumi.
Nell’Area Euro, l’indagine Zew: ci si aspetta che il sondaggio continuerà a evidenziare una buona tenuta delle aspettative di crescita economica. In Cina: nuovi prestiti in yuan, M2, e dati relativi all’interscambio commerciale con l’estero (importazioni/esportazioni). Ci si aspettano ulteriori segnali di forza dalle variabili monetarie e dai mercati del credito, e una buona tenuta delle importazioni. Più incerta la dinamica delle esportazioni, data la situazione ancora debole della congiuntura globale.