«Finalmente la nautica dimostra di essere un motore importante del turismo e una grossa fonte di ricchezza per questo settore». Carla Demaria, presidente di Ucina Confindustria Nautica, tiene a sottolineare questo elemento che, al di là dei numeri, va a braccetto con una ripresa del mercato interno. Se ne è parlato questa mattina, durante il convegno sul turismo costiero e marittimo organizzato al Salone Nautico di Genova.
Incisive politiche di marketing, una buona promozione all’estero e le nuove normative sui marina resort hanno ridato fiducia al settore: «Il quadro è nell’insieme positivo – commenta Roberto Perocchio, presidente Assomarinas – ma dobbiamo ricordare che il settore ha perso il 35% del giro d’affari dall’inizio della crisi a oggi. Negli ultimi due anni abbiamo recuperato circa il 5%. Ma ci sono fattori che ci fanno ben sperare: abbiamo notato una re-immissione sul mercato di molte unità usate, una crescita del charter e un forte successo dei gommoni, soprattutto tra i clienti italiani». Al Salone la fiducia è dimostrata anche dagli espositori stranieri, che sono tornati con i loro prodotti: «Negli ultimi anni non avevano più visto interesse, mentre ora tornano a vendere anche loro su questo mercato», afferma Demaria.
Anche la Liguria si inserisce in questo panorama: nonostante l’eccesso di offerta di posti barca dovuto anche dalla recente nascita di nuove strutture, la promozione e le politiche di marketing dirette sia in Italia, sia all’estero, sono state efficaci. E anche qui, le nuove norme sui porticcioli turistici (l’Iva ridotta al 10%) rappresentano un incentivo per i clienti: «Gli effetti li vedremo tra circa un anno, ma le categorie hanno già dimostrato di aver apprezzato questa misura», commenta Gianni Berrino, assessore regionale al Turismo.
La forte affluenza al Salone è già un primo segnale di ripresa per il settore: «E negli ultimi tre giorni ci aspettiamo un flusso ancora maggiore – dice Demaria – ma già a oggi i dati sugli ingressi ci confermano che stiamo in crescita rispetto all’anno scorso».
Un turismo, quello marittimo, che non deve però fermarsi alla costa: porti e porticcioli devono essere i primi varchi per permettere ai visitatori di esplorare tutta la Liguria, a partire dall’entroterra: «È la cosa più difficile da fare – spiega Berrino – ma è uno dei nostri obiettivi. Certo, non potremo parlare degli stessi numeri in termini di presenze, ma di certo l’entroterra ligure merita tanto quanto la costa». Secondo gli ultimi dati regionali, nel 2015 i Comuni marittimi, su un Pil totale legato al turismo pari a 6 miliardi di euro, hanno incassato circa 5 miliardi.