Il 56esimo Salone nautico di Genova ha aperto i battenti. Tante le istituzioni presenti al Teatro del mare: il sindaco di Genova Marco Doria e il ministro per gli Affari Regionali Enrico Costa, che all’ingresso della fiera ha ascoltato i lavoratori Ericsson in presidio di protesta, ai quali ha promesso che «immediatamente approfondirà e parlerà ai colleghi del governo, riportando le loro considerazioni e poi svolgendo i passi necessari attraverso i ministri competenti». Non c’è Carla Demaria, presidente di Ucina, per un ritardo del volo dagli Stati Uniti, ma è attesa nel pomeriggio. Giovanni Toti è tra i relatori della tavola rotonda d’inaugurazione, insieme al past president di Ucina Massimo Perotti, Vincenzo Melone, comandante generale della Capitaneria di Porto e Alessandro Plateroti vicedirettore del quotidiano Il Sole 24 Ore.
È il salone “del giro di boa”, come lo ha definito Toti, il salone del rilancio, dell’orgoglio, da valorizzare e soprattutto da preservare a Genova: «Non era scontato che fossimo qui oggi – commenta il presidente della Regione Liguria – ma abbiamo lavorato e faticato tanto e, per una volta, devo dire tutti insieme. Le istituzioni della Liguria e di Genova si sono impegnate affinché questo gioiello rimanga qui, al di là delle fazioni politiche. Abbiamo investito molto, nonostante il periodo di bilanci ristretti. Ma ora serve uno sforzo e un salto di qualità da parte di tutti: l’anno prossimo vorrei un salone ancora più grande». Tutti devono fare la propria parte, imprese in primis: «Bisogna che le imprese sappiano fare sistema, così come per una volta ha fatto la politica – sottolinea Toti – vorrei che tutti si rimboccassero le maniche e che si mettessero una mano sulla coscienza per questo settore così centrale, soprattutto per Genova e la Liguria».
Ma prima di fare sistema, bisogna fare pace e quella tra Ucina e Nautica Italiana sembra ancora lontana: «Per fare pace bisogna essere in due – commenta Perotti – come un divorzio, per tornare insieme bisogna che moglie e marito vadano entrambi d’accordo. Di tanto in tanto incontriamo e parliamo con i rappresentanti di Nautica Italiana, ma, ripeto, per fare pace occorre essere in due».
Il messaggio è chiaro: serve collaborazione, dialogo costruttivo, da parte di tutti, per cavalcare quei segnali di ripresa che proprio nella nautica non mancano. Il fatturato nazionale cresce del 17%, la cantieristica del 20%. I contratti di leasing sono aumentati di 58 milioni. A reagire è anche il mercato interno.
In tutto ciò, il governo deve metterci del suo. Lo sottolinea il ministro Costa, che parla poco di nautica e più di burocrazia: «Penso che il compito dello Stato, nel momento in cui ci sono le idee e il talento, dovrebbe essere un compito “passivo”, cioè quello di raccogliere i frutti. Spesso il governo è invece un ostacolo. L’imprenditore chiede di non avere i bastoni tra le ruote, per esempio i bastoni dei provvedimenti burocratici o degli eccessivi adempimenti. A me piacerebbe si esultasse non per il numero di norme e leggi approvate, ma per il numero di quelle abrogate».
E proprio sul ruolo del governo e sulla troppa burocrazia, sale l’appello di Perotti: «In questi ultimi mesi abbiamo visto un’autorità centrale un po’ latitante. Abbiamo due leggi approvate dopo anni di lavoro, il registro telematico e il nuovo codice della nautica. Riteniamo che ci sia attenzione per emanare decreti attuativi, quindi per attuare queste leggi. Noi rappresentiamo una parte importante dell’industria italiana: siamo qui anche per alzare la mano e dire “ci siamo anche noi”. In particolare Ucina: siamo l’associazione che rappresenta il settore da più di 50 anni, ci sono più di 300 iscritti, tutti qui presenti, non capiamo per quale motivo non abbiamo la giusta attenzione da parte del ministero dello Sviluppo economico. Chiediamo di attuare queste leggi e di riconoscere il salone di Genova come l’unico possibile salone internazionale di Italia».