Malgrado tutte le difficoltà, 12 nuove imprese artigiane nascono ogni giorno in Liguria: sei a Genova, due in ciascuna delle altre tre province. 125.384 le piccole realtà liguri totali (il 99,6% dell’imprenditoria regionale), di cui oltre 121 mila “micro”, 300.776 addetti complessivi e 14.663 apprendisti. Un tessuto economico che deve fare i conti con un tasso di irregolarità del 10,7%. È la fotografia che l’Ufficio Studi di Confartigianato scatta sulla Liguria, mettendo così l’accento sull’importanza della micro e piccola impresa nella nostra regione.
Un panorama imprenditoriale che vale più di 4,9 miliardi di euro di valore aggiunto, l’11,5% del totale nazionale, così suddivisi a livello provinciale: 2,4 miliardi a Genova, più di 1,1 miliardi a Savona, 697 milioni alla Spezia e 660 milioni a Imperia. L’export: in Liguria le esportazioni manifatturiere valgono quasi 6,2 miliardi di euro. 3,58 miliardi a Genova, 1,45 a Savona, 864 milioni alla Spezia e 282 milioni a Imperia. Il dato regionale risulta in calo nell’ultimo anno (-4,9%), in controtendenza con i numeri nazionali (+3,7%). Un valore, quello ligure, sul quale ha influito l’andamento negativo genovese (-12,2%) e imperiese (-4,5%). L’export ha invece guadagnato punti alla Spezia (+8,6%) e soprattutto a Savona (+9,5%). Ma la propensione a fare business oltreconfine è ancora bassa: 14,2% rispetto al 27,2% della media italiana.
Tasto dolente per l’artigianato ligure, i finanziamenti bancari. Lo stock del credito destinato alle imprese con meno di 20 addetti ammonta a 3,27 miliardi di euro in Liguria, così ripartiti: 1,4 miliardi a Genova, 913 milioni nel savonese, 552 milioni a Imperia e 400 milioni nello spezzino. Si tratta di numeri in calo, nell’ultimo anno, in tutta la Liguria. E non di poco: a livello regionale la flessione è del 6% (-5,9% il dato nazionale), mentre per ciò che riguarda le province troviamo il dato più pesante a Savona (-7,2%), seguito da Genova (-5,9%), La Spezia (-5%), Imperia (-4,7%). Numeri ben diversi da quelli riferiti all’intero sistema imprenditoriale ligure: lo stock complessivo in questo caso ammonta a 16,47 miliardi, il 2,3% del totale nazionale. Credito diminuito del 3,2% nell’ultimo anno (-3,9% in Italia) e così ripartito tra le province liguri: 10,46 miliardi a Genova (-2% rispetto al 2015), 2,76 miliardi a Savona (-6,5%), 1,8 miliardi alla Spezia (-5%) e 1,4 miliardi nell’imperiese (-2,5%).
Altro scoglio duro da superare, quello burocratico: scartoffie e adempimenti costano a ciascuna impresa ligure 18.501 euro all’anno, oltre 300 euro in più rispetto al dato nazionale (18.193 euro).
Ed è ancora poco sviluppata la tendenza tra le imprese a fare rete: in Liguria 246 realtà aderiscono a contratti di rete, una media di 17,8 ogni 10 mila unità locali. Un dato in aumento negli ultimi anni, ma lontano dalla media nazionale (28 ogni 10 mila unità).
«Punti di forza e di debolezza di un tessuto imprenditoriale da sostenere – commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – facilitando l’accesso al credito, sviluppando l’export del made in Italy, diminuendo la pressione fiscale e rendendo più agevole e semplificata la burocrazia. Punti che non devono mai mancare nell’agenda politica dei nostri amministratori nazionali, regionali e locali: come dimostrano i dati, le micro imprese hanno una valenza fondamentale nell’economia della nostra regione e devono quindi essere poste al centro di tutte le azioni di sviluppo». Le microimprese in Liguria sono il 96,3% del totale (121.225) un punto in più rispetto alla media nazionale del 95,3%, così come l’artigianato che vede 2,8 imprese artigiane ogni 100 abitanti in Liguria, contro le 2,2 imprese a livello nazionale.